Un racconto di Fabio Catalano
La morte, di mattina, è un tonico per le meningi
Ero seduto nella cabina a testa in giù e il tetto delle nuvole si faceva sempre più vicino. Lo shuttle prendeva quota e dentro ballava tutto, sopra a quel tremendo frastuono riuscivo a distinguere una musica imponente; era l’Ouverture 1802 di Tchaicovsky. [continua a leggere]
Uccelli ammutoliti
[…]
– Quanto duri?
– Tre minuti se sei fortunata.
– D’accordo, però poi ti occupi di me.
– Ma almeno sei una puttana?
– Ha importanza?
– Ti sto pagando.
– Se non paghi non scopo.
– Andiamo dove voglio io.
Giovani bagnanti espressionisti
[…] Dopo essere scappato dalla casa dei miei, curandomi di non essere visto da nessuno, di nuovo non seppi dove andare, di nuovo avevo bisogno di soddisfazione. Chiamai Erika, e la pregai di poterci incontrare di nuovo. Quando provò a farmi resistenza iniziai ad insultarla, e credo che la cosa le fosse piaciuta perché dopo poco si arrese e mi diede appuntamento sotto la cattedrale per le quattro. Intanto dovevo passare il tempo. [continua a leggere]