Il calcio per molti è solo uno sport, per altri una passione, per altri ancora uno squallido intrattenimento degno della peggiore plebaglia. Questo sport così seguito fa sognare milioni di persone in tutto il mondo e il nostro continente non è da meno. A dire il vero, l’Europa è la casa del calcio, dov’è nato, e dove giocano i migliori campioni. Ma il calcio è qualcosa di più di un semplice sport, bisogna pur ammetterlo. Riesce infatti a mobilitare le masse più di una religione, più di un partito, più persino dell’amor patrio. Anzi, solo nei grandi eventi calcistici si riesce a vedere nei popoli un così forte senso di appartenenza nazionale. Euro 2016 non è stato da meno, riuscendo persino ad andare oltre.
Siamo in Francia, paese che nell’ultimo anno ha conosciuto la furia omicida del terrorismo, scosso oltretutto da una forte crisi sociale, desideroso di vincere la competizione per risollevare gli animi. E la Francia da subito abbatte tutti gli ostacoli lungo il percorso, senza fare prigionieri. Albanesi e rumeni regalano agli svizzeri la possibilità di affrontare i francesi, già agli ottavi e inoffensivi. Tra le grandi sorprese c’è la novellina Islanda, qualificatasi ai gironi con un po’ di fortuna secondo alcuni. Anche la nostra Italia sorprende e fa sognare la penisola, ma è tutto poco interessante alla fine, paragonato con ciò che accadeva in altri gironi.
Girone B. Galles, Inghilterra, Russia e Slovacchia. Uno dei gironi più divertenti a mio parere. Ma non per quello che accadeva in campo, per cui solo Inghilterra-Galles meriterebbe attenzione dal punto di vista sportivo. Questo girone ha regalato alcuni dei momenti più belli, anche se poco edificanti, degli europei. Memorabili le risse tra inglesi e russi, a suon di sediate e ubriachezza. Sottoscrivo che la violenza va sempre condannata e gli ultrà sono una piaga per questo sport, ma in Francia si è alzata l’asticella. Oltre alla semplice violenza tra hooligan gli scontri erano carichi di tensione geopolitica. Ai russi veniva imputata una violenza squadrista e agli inglesi le solite cose che hanno sempre fatto. Il bello è stato scoprire che tra i russi c’era uno dei capoccioni dei prossimi mondiali che partecipava alle risse. Tutto molto bello.
Andiamo oltre. Agli ottavi l’Italia supera incredibilmente la Spagna, la Francia passeggia con l’Irlanda, la Germania come ai tempi del Führer sfila sulla Slovacchia, e l’Islanda sbatte fuori gli inglesi stupendo tutti.
I precedenti tra Inghilterra e Islanda non erano numerosi e il più importante non si disputò su un campo da calcio, ma in mare aperto. La guerra del merluzzo fu combattuta, in modo molto lieve, senza danni seri e con pochissimi feriti, tra i due paesi nella seconda metà del secolo scorso. Anche lì l’Islanda vinse. La vittoria, in rimonta per giunta, del popolo del nord ci ha regalato grandi emozioni, inutile negarlo. E poi gli inglesi sono sempre stati un po’ antipatici dai.
Ai quarti le partite si fanno più interessanti. Il Portogallo passa nuovamente senza vincere. Il piccolo Galles neutralizza un Belgio evanescente. Ma sono partite insignificanti rispetto alle altre due. Infatti seguono Germania-Italia e Francia-Islanda.
Sulle partite tra Germania e Italia si potrebbe scrivere un libro magnifico, pieno di aneddoti e storie emozionanti. Un’epopea decennale attraverso mondiali ed europei. Prima della partita la tensione è massima: i tedeschi temono di essere sopraffatti nuovamente dagli sfavoriti italiani; gli italiani temono che l’incantesimo che li vede sempre vincitori possa spezzarsi. L’incantesimo sembra reggere, ma si infrange ai rigori. Il nono è quello della sconfitta e della gioia tedesca.
La Francia deve giocare non solo contro l’Islanda, contro il mondo. Ovunque non ci siano francesi si tifa Islanda, la piccola nazione del nord che con una popolazione come quella di una media provincia italiana ha fatto carne da macello dagli inglesi. Il sogno islandese della semifinale finisce dopo 12 minuti. La Francia vincerà 5 a 2.
In semifinale si scontrano Portogallo e Galles, Francia e Germania. I portoghesi vincono la loro prima partita dell’europeo e vanno in finale.
Di nuovo Francia e Germania si trovano contrapposte. Fortunatamente su un campo di calcio. Non c’è in gioco né l’Alsazia, né la Lorena, ma la finale di Saint-Denis. L’artiglieria schierata in campo è pesante da entrambe le parti, ma la Germania, fiaccata, come al solito, dall’Italia, crolla. Con due soli colpi di cannone cede la via per la finale all’armata Bleus.
La finale, a parte poche rarissime occasioni, è noiosa. Privata anche dall’inizio del suo gioiello più atteso. Ronaldo si infortuna e per i francesi sembra farsi largo la possibilità di vincere. Ma i portoghesi reggono,e portano come d’abitudine la partita ai supplementari. Sembra che il tutto si concluderà ai rigori quando una fiammata colpisce la Francia. I lusitani esplodono di gioia. Hanno vinto. I francesi non ci credono. Non è possibile. Erano sicuri di poter vincere, di poter festeggiare sotto la Tour Eiffel. Ma saranno i portoghesi a stappare lo champagne.
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