Il lago si spande placido sul prato dove decine di persone attendono impazienti. L’atmosfera è di festa e tutti sono allegri.
Il loro arrivo è annunciato dal frastuono dei clacson e subito tutti si alzano per vederli arrivare. Sbucano all’improvviso da dietro un cespuglio. Nel cammino dall’auto al lungolago dove avverrà la celebrazione volano baci e auguri. La commozione è alta. La celebrazione, laica e puramente informale, è condotta da un parente della sposa, suo cugino, oratore tanto abile quanto improvvisato. C’è persino la traduzione simultanea per i parenti dello sposo, commossi seppur un po’ disorientati. Tra canti e poesie il sole continua nel suo tramonto, e proprio quando colora il lago delle tinte più belle, i due si scambiano le loro promesse d’amore. Lui in italiano, lei in un arabo lodato dai suoi nuovi parenti. La folla, a cui si è aggiunto persino qualche turista, applaude. Per completare il rito e certificare l’avvenuta unione vengono mescolate due sabbie: la sabbia tunisina e la sabbia adriatica. Poi il tradizionale bacio.
A tavola si mantiene alta l’allegria e il clima di festa. Qualcuno beve pure troppo, ma è normale ad un matrimonio! Tra antipasti, primi e secondi la serata scorre veloce, grazie anche a litri di ottimo vino, sia bianco che rosso. Nel frattempo gli sposi si concedono a tutti i presenti, permettendo di conoscere il simpatico sposo, fino ad ora sconosciuto ai più. La festa poi si sposta nuovamente, dal tavolo alla pista. Tutti a ballare. E durante il ballo cade uno dei pregiudizi tipici sulla comunità araba. La madre e la cognata ballano, festeggiano, condividono con tutti il loro grido di felicità e gioia. Di nuovo alla scena assistono curiosi i molti turisti. La diversità culturale e linguistica è abbattuta, e un’unica parola di augurio unisce tutti.
Finita la festa rimane poco da dire. Se non fare gli auguri ad una coppia che ha scelto di amare, andando contro la triste moda dell’odio.
Complimenti. Mi hai emozionato.