L’Inferno di Ron Howard – Il terzo capitolo della saga scritta da Dan Brown

Ci si aspettava veramente qualcosa di davvero migliore, questo è stato il primo pensiero di centinaia di fan che sono accorsi in trepidante calca nei cinema, per assistere alla nuova avventura, disavventura, del professor Robert Langdon. Tom Hanks veste ancora una volta i panni dello studioso e saggio, scopritore ogni volta di nuovi e incredibili misteri nell’Inferno di Ron Howard.

Questa volta non è la Francia né Roma a far da cornice ai suoi dilemmi e alle inattese profezie e micidiali rebus che gli si pongono dinanzi al suo cammino. Stavolta è nella città di Dante e dei Medici in cui tutto ha inizio, e dove tutto, dopo un numero imprecisato di continui indovinelli, trappole, assassini, decifrazioni, finisce e ritorna il normale andamento quotidiano. Un’intricata storia, nata dalla mente dello scrittore Dan Brown, già autore dei precedenti Il Codice da Vinci e Angeli e Demoni, ma rimaneggiata dall’implacabile fiuto di Ron Howard. È proprio questa terza trasposizione cinematografica che riduce un po’ l’attenzione e placa gli animi dei lettori/spettatori che, in tutta sincerità, si aspettavano un qualcosa di diverso.

Rispetto ai due film precedenti, è facile notare come in Inferno il ritmo spasmodico e gli intricati ragionamenti assottigliano il proprio numero lasciando spazio solo a una spettacolarizzazione banale, un uso stucchevole di effetti speciali che non danno al romanzo l’importanza dovuta. Il regista Ron Howard, sembra stavolta aver mancato il suo bersaglio. Le sue opere, sebbene sempre ricche di meravigliose sequenze e fantasiosi trucchi cinematografici, non sono mai del tutto prive di una giusta trama e quello che più conta, di una sceneggiatura che abbia la giusta combinazione tra parole e immagini.

Nell’Inferno di Ron Howard la pecca è proprio quella di non aver una giusta sceneggiatura, uno sviluppo di episodi e battute che non combaciano con la storia, che la fa scorrere in una strada piena d’intoppi. Non basta una buona recitazione a fare di un film un bel film. I dialoghi perdono di vista, ogni tanto, il tema principale. Tutto sembra già scontato, Langdon e gli altri personaggi si muovono nello spazio con estrema facilità, già sanno dove andare, la strada giusta, entrano in qualsiasi posto senza alcuna difficoltà che dia al pubblico quella suspense che cerca e che ritrova, invece, oltre che nei romanzi, nelle prime due pellicole.

inferno di Ron Howard

Nei primi minuti del film, è come se lo spettatore già sapesse dove si vada a parare e con quali strumenti si operi. Langdon (Hanks), si risveglia in una camera d’ospedale, dove è stato portato perché gravemente ferito. Una serie di circostanze lo portano a fuggire dalla clinica in compagnia della dottoressa che conosce tutto del suo lavoro e che, senza tanti giri di parole o dubbi, lo aiuterà nel suo viaggio attraverso sparatorie, misteri nel profondo della città, profezie, piani strategici per deviare il normale andamento sociale e continue citazioni dantesche, e non solo, che per un vero studioso e sapiente della materia, ciò potrebbe presentarsi anche come di troppo e di cattivo gusto.

Oltre a questo, la cosa che, specialmente per un pubblico italiano, può essere di cattivo gusto e a volte irritante, è la continua e imbarazzante, sia per noi sia per loro, descrizione della società italiana vista solo come il luogo dell’arte in cui chi ci vive non ne sa niente, i soliti ristorantini caratteristici e le fredde battutine riguardanti fatti oscuri della nostra storia politica, sociale, cronistica, ecc.

“Non è il mio miglior lavoro, ma per gli italiani andrà bene” dice infatti Irrfan Khan nei panni dell’ambiguo Harry Sims nel momento in cui si accinge a uccidere una spia nemica e a disfarsi del cadavere.


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Una risposta a “L’Inferno di Ron Howard – Il terzo capitolo della saga scritta da Dan Brown”

  1. […] regista senza uno stile proprio o meglio mai del tutto specificato, è riuscito a rovinare, con Inferno, il terzo capitolo della serie creata da Brown, gettando nella polvere anche i precedenti come Il […]

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