Era il 16 febbraio 1959 quando Fidel Alejandro Castro Ruz divenne primo ministro della Repubblica di Cuba. Nonostante crisi militari da mettere a ferro e fuoco il mondo il potere di Castro non è mai scemato, rimanendo ancorato al potere fino al 24 febbraio 2008, quando alle cariche di presidente e primo ministro gli successe il fratello Raúl Modesto Castro Ruz.
Il 25 novembre 2016 il Líder Máximo muore.
La parte del mondo rivoluzionaria piange la scomparsa di un uomo tanto importante nella storia dell’ultimo secolo. L’America Latina tutta si stringe attorno al fratello di Fidel piangendone la scomparsa. Da Maduro, presidente della Colombia, a Peña Nieto, presidente messicano, passando persino per gli alti ranghi delle FARC, milizie rivoluzionarie della Colombia (secondo alcuni un nascente narcopartito), il cordoglio è sentito.
Nel mondo occidentale, in Europa in particolare, la reazione è come sempre moderata. Si esprime coscienza per la rilevanza storica dell’evento ma sbilanciarsi non è tipico delle cancellerie europee. Ma in un particolare posto di questo nostro grande e pazzo mondo moltissima gente ha festeggiato la morte di Fidel. Non erano i dirigenti delle banche centrali, giusto per chetare i più complottisti. Per le strade di Miami la festa è stata portata da quei cubani che sono stati costretti a lasciare il loro paese d’origine per sfuggire alla repressione castrista. Per questi la morte del “tiranno” può rappresentare l’inizio di una nuova era, e la possibilità di poter tornare liberamente nella loro isola natale. La speranza di un cambiamento si era concretizzata con la fine dell’embargo americano promosso dall’amministrazione Obama, poi incrinata con l’elezione di Trump e nuovamente ravvivata dalla morte di una figura decisamente scomoda per i suoi oppositori.
Le parole del Ministro degli Esteri italiano lasciate su Twitter rappresentano bene anche quello che possa essere il mio pensiero, per cui vi lascio proprio con questo tweet: “Con #FidelCastro si chiude una pagina grande e drammatica del Novecento. Vicini al popolo cubano che guarda al futuro(1)”.
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