Come ogni anno in questo particolare periodo è tempo di stilare bilanci, rivedere ciò che si è lasciato alle spalle per poi potersi proiettare al meglio nel futuro. Questa banale azione introspettiva si accompagna anche ad una macroscopica osservazione della realtà in cui abbiamo vissuto gli ultimi dodici mesi della nostra vita. E andando a ritroso ci si ricorda di eventi e sensazioni, ai tempi considerate eterni, ma ora sopite. Dato che il tempo che ci resta è sempre meno, sarò breve e non vi annoierò con banali e noiosi diapositive (vecchia zia style) di questo 2016 giunto ormai al capolinea.
Il 2016 è stato qualcosa di più che un anno di fatti in successione. Se non ve ne siete accorti ha segnato una svolta nelle nostre vite. Nelle vite di tutti. Il pensiero subito va alla lunga scia di sangue che questi pochi mesi hanno sparso intorno al globo, ma non è così. Il 2016 è stato l’anno dell’Internet. Esatto. Se il 2000 può dirsi l’anno di Internet, in cui la rete divenne un fenomeno globale con centinaia di milioni di utenti, quello appena trascorso è stato l’anno dell’Internet. La rete non ha funzionato solo come mezzo di diffusione di una realtà esterna ma al contrario ha operato un influenza inversa: la rete ha iniziato a influenzare seriamente la realtà che ci circonda. Ve ne sarete accorti anche voi. Oltre allo spostamento dei dibattiti politici dai salotti televisivi alle dirette Facebook, la rete in questo 2016 ha influenzato direttamente la nostra vita quotidiana. Forse già ve lo siete scordato ma quest’estate la mania di Pokémon GO ha portato milioni di persone, non migliaia, nella sola Italia a camminare e “cacciare” per poter portare a termine il gioco. Sembrerà banale ma non lo è. Nulla prima di quel momento di quello che aveva prodotto la rete dal suo interno aveva influenzato la realtà fisica, anche di coloro per nulla interessati dalla mania del gioco. Persino mio nonno che ha solo un telefono fisso ne parlava.
Segno dell’imposizione dell’Internet come luogo principe di creazione della realtà sono stati anche i principali impegni elettorali di quest’anno. Referendum su Brexit ed elezioni americane su tutte. Appuntamenti che hanno poi generato il successo di termini prima considerati specialistici. Post-truth e alt-rigth su tutti. Se la postverità si è imposta anche in Italia (o forse ne siamo i creatori inconsapevoli) con l’idea di tralasciare i fatti concreti per concentrarsi sulla pancia delle persone, fortunatamente l’alt-rigth, cioè la destra alternativa nata e diffusa nel web, è un fenomeno, almeno per il momento, prettamente americano. Rimanendo all’Italia non si possono non citare le dirette su Facebook dei principali leader politici. L’ex premier Matteo Renzi, con il suo Matteo risponde, ha provato a raggiungere tutti quei giovani che oramai la televisione la usano solo se ci possono vedere Netflix per portarli dalla parte del Sì. Mentre l’altro Matteo, il verde Salvini, ha usato l’arma della diretta web per denunciare a suo dire il degrado dell’immigrazione. I 5 Stelle nati, cresciuti e svezzati nella rete sono tornati indietro, quasi al secolo scorso usando come mezzo di propaganda il treno. Fortunatamente direi perché quando c’è da confrontarsi con questi mezzi i risultati non sono stati dei migliori: il video con cui la sindaca Raggi annuncia le dimissioni dell’assessore Muraro sembra uscito da una scena di un film noir abbastanza “peso”.
Non si può continuare a parlare del 2016 senza toccare temi drammatici. Terrorismo e catastrofi naturali hanno insanguinato le cronache e per l’appunto il web, anch’esso vestito a lutto almeno una volta a settimana. La lista di attentati è lunga e dolorosa da ripercorrere e arriva fino a pochi giorni fa, con la strage di Berlino. Per ore si è stati col fiato sospeso sperando che le immagini che si vedevano scorrere in televisione fossero false. Ma la realtà dei fatti è crudele, come crudele continua ad essere la guerra in Siria e le altre guerre, civili, tribali, religiose o d’indipendenza che siano.
Infine questo 2016 per noi italiani rimarrà tristemente noto come un anno di distruzione. Lo sciame sismico che ha colpito il Centro Italia ha infatti causato 299 vittime e migliaia di sfollati. Il 24 agosto un sisma di magnitudo 6 distrusse la città di Amatrice. Il 30 ottobre la stessa sorte toccò Norcia, con un terremoto di magnitudo 6,5. La grande ferità aperta lungo l’Appennino rimarrà aperta per tutto il 2017 e per gli anni a venire con la speranza di poter un giorno tutti tornare a godere di quelle cittadine meravigliose e dalla eccezionale cultura culinaria.
Il 2016 è stato anche l’anno dei record per quanto riguarda le morti dei migranti nel Mediterraneo. Una tragedia senza fine che difficilmente si fermerà l’anno prossimo. Chiunque sia al governo. Non fatevi illusioni.
Per concludere una nota di colore. Questo 2016 ci ha regalato persino un momento di alta televisione, secondo forse solo allo scontro Santoro-Berlusconi. Il primo dicembre su Rete4 il trolling è uscito dall’Internet ed è sbarcato in televisione, nella casa di Maurizio Belpetrio. A Dalla Vostra Parte, noto programma preserale del canale meno considerato d’Italia, almeno tra quelli nei primi 7 tasti del telecomando, il classico scontro italiani incazzati contro italiani buonisti ha visto la partecipazione di un concorrente alieno ai due schieramenti. Per chi non lo conoscesse il programma si basa sul mettere in collegamento con lo studio, da un paese qualsiasi dello stivale, un gruppo di persone così composto: tre pensionati; una coppia; una madre single; un disoccupato; un commerciante sull’orlo del fallimento; e via dicendo qualsiasi esponente del sottoproletariato urbano. Se si aggiunge l’elemento periferia degradata il prodotto funziona meglio. Questo gruppetto ripete sempre le stesse frasi, che sia da Trento o da Palermo, solitamente non gentili nei confronti dei cosiddetti profughi. In studio c’è poi lo scontro tra il solito politico contro l’immigrazione e quello a favore. Una noia in pratica. Però quel giorno in studio è comparso Bello FiGo. Per chi non lo conoscesse è un cazzone che rappa canzoni demenziali su YouTube. Non parliamo di un ambasciatore dell’UNHCR. Oltre a essere un ragazzo che vuole divertirsi ha una particolarità: è un negro rico. E lo spiega in studio, portando a suo aiuto una canzone scritta in favore dei suoi amici profughi. In quello studio succede qualcosa di surreale grazie alla sua presenza. Aiutato dalla Mussolini e da un mediatore culturale che vede crollare anni di lavoro per le parole di questo ragazzo ghanese che vive a Parma da quando era un piccolo bambino Bello FiGo ci regala qualcosa di epico, che mi ha lasciato ineffabile. Vedere per credere e per capire.
https://youtu.be/DDqOi97YaDs
È questo video il segno del 2016, lo spartiacque tra due tipi di culture. La cultura italica della Mussolini e del volpone Belpietro contro la cultura dell’Internet di Bello FiGo.
Il 2017 è alle porte e sperando che questi ultimi scampoli di 2016 non siano tragici vi lascio con i migliori auguri per un anno migliore!
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