Qualche giorno fa una notizia (fortunatamente positiva) ha dominato i media e i social network. Una comunità in Congo ha fatto una colletta per i terremotati del Centro Italia. La colletta della comunità di Kingoué ha rotto la tradizionale narrazione di una solidarietà a senso unico nella direzione nord-sud, Europa-Africa. Da qui il grande fragore mediatico che ha colpito anche me.
La Repubblica del Congo, per la cronaca, ha una popolazione di più di 4 milioni di abitanti con un PIL di molto inferiore a quello della regione Umbria. E proprio dall’Umbria, terra ferita moralmente, socialmente ed economicamente dall’ultimo sciame sismico insieme alle Marche e al Lazio, si snoda il legame che ha portato la comunità di Kingoué a conoscenza delle ferite del terremoto.
Nel lontano 2012 un giovane prete, tale Ghislain Ngamouna, arrivò dal Congo nella comunità umbra di Grutti, frazione di Gualdo Cattaneo. Dal contatto con i giovani locali nacque un’amicizia che, saldata da un viaggio in quel di Kingoué, diede alla luce un’associazione benefica: la “Casa del Cuore-Amici del Congo”. Gli obbiettivi di questi ragazzi furono subito ambiziosi e parlandone con le autorità locali partì il progetto di costruire un centro di accoglienza per i bambini del villaggio, una casa-famiglia. Con il tempo i progetti e l’orizzonte si sono allargati con la volontà di costruire anche una scuola elementare, una scuola media e una scuola dei mestieri. Se la costruzione delle strutture è finanziata per intero dalla CEI, non lo sono i materiali necessari per far usufruire le strutture ai bambini, per cui l’associazione si regge sulle offerte, su eventi benefici e sulla vendita di prodotti di artigianato locale. Un altro degli obbiettivi è che la comunità possa camminare da sola e per questo alcuni bambini sono stati mandati a studiare in città, e così una volta tornati potranno essere loro a gestire le scuole del villaggio.
La comunità di Kingoué è però stata sconvolta negli ultimi giorni da una improvvisa calamità naturale. Un fortissimo vento ha danneggiato abitazioni, lasciando molte persone senza casa, e scuole, elementari e medie, e ferito delle persone, trasferite poi nell’ospedale vicino. In tutto questo l’intervento dello stato africano tarda ad arrivare.
La reciproca solidarietà, morale e materiale, non verrà certamente a mancare.
Lascia un commento