Bienvenue à Marly-Gomont è un film francese del 2016.
È il 1975. Alla facoltà di medicina di Lille quelli che sono ormai ex-studenti festeggiano la laurea, pronti ad esercitare la professione di medico. Tra questi si aggira René Ramollu, sindaco di un piccolo paesino di campagna della Piccardia, Marly-Gomont, in cerca di un medico. Nessuno tra i neolaureati è disposto a trasferirsi in mezzo al nulla per esercitare la professione, tranne che Seyolo Zantoko, originario dello Zaire.
Seyolo aveva appena rinunciato ad essere il dottore personale del Presidente Mobuto, sempiterno dittatore dell’ex-colonia belga. Così Seyolo e la sua famiglia si trasferiranno nel piccolo villaggio dovendo affrontare la diffidenza degli abitanti, che non hanno mai visto dei neri. Per quanto Seyolo si sforzi di entrare nelle grazie della comunità, gli abitanti continuano ad andare dal medico del villaggio vicino (a 15 km!) e i pochi che vanno da lui pretendono di non pagarlo in quanto non lo considerano un vero medico.
La diffidenza dei concittadini viene poi spinta e accresciuta da Jean-Marc Lavigne, candidato sindaco contro Ramollu. La situazione per i Zantoko non è delle migliori, ma quando Seyolo aiuta a far nascere il figlio di una donna che l’aveva sempre considerato uno sporco mostro riesce finalmente a conquistarsi la fiducia del villaggio. Il miracolo dura però poco, perché Anne, la moglie, viene a sapere del rifiuto di Seyolo di essere medico personale di Mobuto. La crisi coniugale la spinge a Bruxelles, dalla cugina, mentre Seyolo deve fronteggiare l’arresto per dei problemi legati alla sua richiesta di cittadinanza. Il giorno delle elezioni comunali sarà decisivo sulla possibilità che la famiglia Zantoko rimanga a Marly-Gomont. La comunità ora è tutta con gli Zantoko, divenuti a tutti gli effetti loro concittadini. Con la vittoria di Ramollu, Seyolo può tornare a fare il medico e rimarrà a Marly-Gomont insieme ad Anne per tutta la vita.
Banale sarebbe parlare di Bienvenue à Marly-Gomont come di un film che tratta del razzismo e di quanto siano brutti e cattivi i francesi. Il tema della storia è più sfumato e complesso. La diffidenza e i comportamenti che caratterizzano gli abitanti di Marly-Gomont sono dettati più da una stereotipizzazione eccessiva più che da malvagità. È l’ignoranza, la non conoscenza, che separa gli Zantoko dalla comunità. A questo si aggiunge Lavigne, il candidato sindaco, che per mettere in difficoltà il suo rivale Ramollu alimenta la diffidenza e i pregiudizi sul nuovo medico del paese. Una situazione che mantiene una forte e preoccupante attualità.
Una delle peculiarità del film è l’essere tratto da una storia vera. Infatti la sceneggiatura è stata scritta anche da Kamini Zantoko, uno dei figli di Seyolo. Kamini che è nato proprio a Marly-Gomont ha provato a seguire la carriera del padre, ma ha trovato più successo come rapper e comico. Prima di cimentarsi nella rappresentazione cinematografica della storia della sua famiglia, aveva raggiunto la fama nei paesi francofoni con un rap dedicato a Marly-Gomont. In “Marly-Gomont” Kamini non racconta solo della sua famiglia e delle difficoltà che hanno attraversato per inserirsi ma anche di quella che è la vita per un giovane ragazzo nelle campagne francesi. Un successo che ha dato lustro al piccolo villaggio e alla sua comunità. Una comunità che nonostante i pregiudizi e gli stereotipi è riuscita ad abbattere le barriere.
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