Di Perugia si può dire molto, tranne che sia una città morta. Perugia è viva, e lo è grazie alle numerose manifestazioni d’interesse artistico e culturale che la riempiono di nuova linfa ogni anno. Tra queste c’è anche il PerSo Film Festival.
Giunto quest’anno alla sua terza edizione il PerSo è un festival internazionale di cinema documentario sociale, organizzato dalla Fondazione La Città del Sole -una onlus attiva dal 1998 nel campo della salute mentale. La rassegna è iniziata il 23 settembre con le prime proiezioni.
Il primo film in concorso a venire proiettato è stato Liberami di Federica Di Giacomo, per la sezione PerSo Masterpiece, dedicato ad opere che hanno già vinto importanti premi. Il documentario è stato realizzato dopo la vittoria nel 2014 del Premio Solinas – Documentario per il Cinema destinato ai progetti che esprimano libertà creativa, originalità stilistica, capacità innovativa e sperimentale nella fase iniziale della scrittura e della progettazione. Così l’idea di Federica di Girolamo e Andrea Osvaldo Sanguigni ha visto la luce. La storia da raccontare è spinosa. C’è il rischio di perdere il senso che anima lo spirito documentaristico e giudicare dall’alto verso il basso i protagonisti di questo racconto.
Sempre più persone in tutto il mondo si recano in chiesa per curare quel malessere che ritengono causato da un demone. Il fenomeno degli esorcismi è in aumento, come certifica un’inchiesta di Le Monde del 2014 citata nei primi frame della pellicola. La storia di Liberami ha come centro la piccola chiesa di Acireale gestita da padre Cataldo, esorcista tra i più ricercati della Sicilia la cui giornata è dedicata totalmente ala sua missione. Se inizialmente il film doveva incentrarsi solo sui preti esorcisti -come confessato dagli autori nel confronto con il pubblico post proiezione- l’attenzione si sposta sulle storie dei posseduti. Gloria, Enrico, Anna e Giulia frequentano la chiesa di padre Cataldo e le sue messe di liberazione. Le loro storie vengono raccontate senza voler dare giudizi di valore, senza voler dimostrare la realtà o meno delle loro possessioni, prestando attenzione a come questo loro malessere influisce nella vita di tutti i giorni. Il percorso che affrontano è lungo e complesso. E il film diventa occasione per raccontare questa esperienza spesso taciuta al di fuori della chiesa di padre Cataldo. Non importa se si è scettici sulle possessioni demoniache, se si ritiene che siano disturbi psichici trasformati in demoni dalla fede, il film riesce a calare lo spettatore in questa realtà densa di fede e spiritualità.
Liberami ha aperto egregiamente il PerSo. C’è solo da godersi il resto della manifestazione.
PS: qui il programma del festival.
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