La terza edizione del Perugia Social Film Festival si è conclusa il primo giorno d’ottobre con la cerimonia di premiazione ed un rewatch intensivo dei film premiati. Il pomeriggio perfetto per un cinefilo. Dopo una piacevole passeggiata nell’acropoli perugina basta solo infilarsi tra il pubblico del PostModernissimo per assistere gratuitamente alla cerimonia.
Con sei categorie di concorso le cinque giurie, più il pubblico, assegnano due menzioni speciali e sette premi, alcuni dei quali molto consistenti.
Alla seconda giornata si era già assegnato il Premio Solinas – Documentario per il Cinema per la categoria PerSo da non perdere, nella quale sono stati presentati promo di progetti da portare a termine. Due i premiati ex – aequo: Malditos, di Elena Goatelli e Angel Esteban, che esplora le difficoltà di un gruppo di attori nel costruire un’onirica visione del mondo nel contesto della recessione spagnola; Scarti, di Sara Pigozzo ed Enrico Meneghelli, che racconta la crisi generata dalla conflittualità tra modernità e tradizione in una comunità del Delta del Po.
Quello era solo l’inizio.
La Giuria Ufficiale, composta da Vieri Razzini, presidente di giuria, Wilma Labate, regista, Giovanni Cioni, regista, Wout Conijn, produttore, e Maurizio di Rienzo, critico cinematografico, ha assegnato il PerSo Award, il PerSo Masterpiece e una menzione speciale per la prima categoria.
Treblinka, del portoghese Sérgio Tréfaut, si aggiudica così Il PerSo Award come miglior medio-lungometraggio in anteprima italiana raccontando la storia dell’ebreo polacco Chil Rajchman, riuscita a fuggire nel 1943 dal campo di concentramento di Treblinka. La menzione speciale per questa categoria va al profondo The Unforgiven, di Lars Feldballe-Petersen.
Il miglior documentario di medio-lungometraggio tra le opere che hanno già vinto importanti premi (PerSo Masterpiece) è Viejo Calavera del boliviano Kiro Russo, mentre The Challenge, film di Yuri Ancarani sulla falconeria nel mondo arabo, ha ottenuto una menzione speciale dalla giuria.
La Giuria della redazionde di Film TV ha assegnato il PerSo Short Award, al miglior documentario di cortometraggio ad un film capace di raccontare il lavoro di tre mediatori di pace in una delle zone di conflitto più misconosciute d’Europa: la Transnistria. Il premio è quindi andato a Steffi Wurster, autrice di Ein gut bewachter Konflikt (A well-guarded conflict).
I corti sono stati premiati anche dalla Giuria delle detenute. È One day in Aleppo, di Feras Fayyad, ad essere scelto come migliore da questa giuria. Il film racconta quella che è diventata ormai la quotidianità in una città distrutta da anni ed anni di guerra civile.
La Giuria del pubblico non è riuscita ad esprimere un solo vincitore, per cui ad essere premiati come miglior medio-lungometraggio in anteprima italiana, per la categoria PerSo Agorà, sono stati A Yangtze Landscape, di Xu Xin, e Zaatari Djinn, di Catherine van Campen.
Infine, per il PerSo “Umbria in celluloide”, dedicato ai documentari diretti da cineasti umbri o ambientati in Umbria, la Giuria dei richiedenti asilo e rifugiati ha premiato Wiwanana di Iacopo Patierno, storia di cinque italiani e un mozambicano in cerca di cinque attori tra le foreste del Mozambico con cui scrivere uno spettacolo comico di informazione sanitaria. Pane e partigiani, sull’importanza del cibo e della solidarietà dei contadini nel sostenere la lotta per la Resistenza in Umbria e in Italia, di Federico Ciarabelli, ha ottenuto una menzione speciale per l’essere l’opera più innovativa nella sperimentazione del linguaggio.
Il festival si è ormai concluso.
In attesa della quarta edizione.
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