Muore all’età di 74 anni il militare e attore americano Ronald Lee Ermey: istruttore dei marines e attore diventato figura simbolo del vero duro, spietato e dai modi militareschi.
Quella di Ronald Lee Ermey è di sicuro diventata una faccia famosa e indimenticabile; persino per coloro che non hanno mai visto “Full Metal Jacket”. Nel momento in cui Ermey vestì per la prima volta i panni dello spietato e duro sergente maggiore Hartmann nel capolavoro del 1987 di Stanley Kubrick, il veterano e istruttore militare è diventato per sempre una figura immortale.
Anche ora che è morto, le infinite battute del sergente non cesseranno mai di esistere.
Iniziò quasi per caso. Nato nel 1944 a Emporia, Kansas, Ermey si dedicò completamente alla carriera militare. La sua predisposizione per la recitazione, specie in ruoli da militare o da duro, gli permiserò di affacciarsi al mondo del cinema nel 1978 con il film di Francis Ford Coppola “Apocalypse Now”. Da una piccolissima particina come comparsa, nel 1987 Kubrick lo chiamò per “Full Metal Jacket”. Ermey avrebbe dovuto soltanto consigliare le battute e il comportamento militaresco all’attore che era stato scelto per il ruolo del sergente. Quando Kubrick si rese conto della veridicità di Ermey lasciò definitivamente a lui il ruolo.
Da lì, il vero trionfo, e i ruoli da cattivo furono per Ermey una manna dal cielo. Lo ritroviamo in “Mississippi Burning”, di Alan Parker, nella parte del corrotto sindaco Tilman;“Life” con Eddie Murphy e Martin Lawrence nei panni dello sceriffo cattivo, nel remake “Non aprite quella porta” e in molti altri ancora. Talmente famoso che molte volte venne chiamato per interpretare la parodia del duro o del prepotente. Nel terzo capitolo demenziale di “Una pallottola spuntata” ricopia il personaggio già interpretato in “Full Metal Jacket”, nel cartone animato “Toy Story” presta la voce ad uno dei soldatini verdi mentre nella serie televisiva “Scrubs” è apparso in alcune puntate nel ruolo del padre dell’inserviente.
Non cessò mai l’attività militaresca. Con una sorta di spettacoli o vendite di gadget continuava a tenere alto il morale delle truppe americane.
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