Il ricco, il povero e il maggiordomo è il penultimo film, dopo La Banda dei Babbi Natale, di Aldo, Giovanni e Giacomo, diretto proprio dal trio insieme all’esordiente Morgan Bertacca.
Giacomo è un uomo d’affari che ha investito tutti i suoi risparmi in un piccolo stato africano, il Burgundi. Giovanni, il suo maggiordomo. Aldo, un venditore ambulante vessato dalla crisi ma pieno di donne che gli fanno la corte.
Gli investimenti di Giacomo si rivelano però disastrosi: il Burgundi va in default. Lui e il suo maggiordomo, che aveva affidato al capo i risparmi di una vita, si trovano così in mezzo ad una strada. Ad offrigli un tetto c’è Aldo, che li ha conosciuti per caso poco tempo prima.
Nonostante questo comportamento Aldo, è un uomo dal cuore d’oro e non si fa scrupoli ad accogliere delle persone in difficoltà. Non ci sono figli e figliastri nel bisogno. Giacomo, nel frattempo, per far andare in porto un affare che potrebbe rimetterlo in sesto chiede ad Aldo, oltre l’alloggio, di prenderne parte attivamente. Aldo dovrà impersonare un vecchio socio d’affari azero di Giacomo, così da convincere il possibile partner della bontà economica dell’investimento. Insomma, attuano un travestimento.
Ovviamente, essendo anche questa una classica commedia all’italiana, tutto finisce bene per tutti. Tutti felici e contenti. A parte il pubblico, purtroppo.
Infatti Il ricco, il povero e il maggiordomo certifica la fine della verve comica del trio. La chimica sembra essersi sciolta, e le battute, forzate, non fanno ridere per niente. A salvarsi, può essere solo Giovanni che tiene a galla qualche scena grazie alla sua mimica nonsense.
Il sodalizio comico sembra ormai spento e improduttivo. Poche idee, e poco divertenti. Resta solo d’attendere per il definitivo canto del cigno del trio comico che ha fatto ridere milioni di italiani.
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