Quattro rioni. Una città. Un premio. Centinaia di persone che lavorano mesi per raggiungere l’obbiettivo: innalzare un drappo di stoffa sopra le teste degli sconfitti.
Ma il Palio de San Michele è molto di più.
Il Palio è una festa atipica. Nessuna maschera storica, nessuna rievocazione, niente cavalieri né dame né tamburi medievali né arcieri. Solo i bastioli immersi nel loro presente.
Il Palio è un gioco. Per quanto si lotti con il sangue tra i denti, alla fine, dopo che tutto è finito, si è di nuovo tutti amici.
Il Palio è i Giochi. Fune, sacchi, palo e puzzle. Parole vuote per chi viene da fuori ma piene di significato per chi le vive tutti i giorni.
Il Palio è una lunga corsa che parte dai primi di agosto, quando si apre il piazzale, fino alla fine di settembre, quando si chiudono le taverne.
Il Palio è una corsa. La Lizza, la gara più breve e intensa della sfida, racchiude in se tutta l’essenza drammatica di questa manifestazione. La piazza. La folla. Il rumore. I fumogeni. Il tifo. Lo sparo. La corsa.
Il Palio è teatro. Per mesi i rionali organizzano uno spettacolo, la sfilata, da cui dipenderà la gran parte del risultato finale. Così nascono sceneggiatori, coreografi, registi, costumisti e truccatori, attori e ballerini.
Il Palio è tenacia, come quella dei carristi, che dedicano ore e ore dopo il loro normale lavoro a costruire delle scenografie sempre più stupefacenti e incredibili.
Il Palio è passione, dedizione, divertimento, incontro e scontro.
Il Palio è tante cose.
Ma è, soprattutto, la sintesi di tutti i bastioli.
Puoi leggere i resoconti delle sfilate del Palio de San Michele 2019: Sfilata San Rocco, Sfilata Sant’Angelo, Sfilata Portella, Sfilata Moncioveta.
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