Nella serata di domenica 28 ottobre sono stati presentati, al Ravenna Nightmare Film Festival, dieci cortometraggi che poi verranno selezionati e i migliori premiati sabato 2 novembre. Tanti titoli e tutti molti interessanti. Sarà una vera sfida scegliere il vincitore di questa edizione.
Ecco la lista dei dieci cortometraggi.
- Caronte (Spagna, di Luis Tinoco)
- Bitten (USA, di Sarah K. Reimers)
- The Beast (Spagna, di David Casademunt)
- Selfies (Svizzera, di Claudius Gentinetta)
- Twinky Doo’s Magic World (Italia, di Alessandro Izzo)
- Post Mortem Mary (Australia, di Joshua Long)
- Who’s that at the back of the bus? (UK, di Philip Hardy
- Zombie Time (Spagna, di Alfonso Fulgencio)
- Acide (Francia, di Philippot Just)
- The Box (Slovenia, di Dušan Kastelic)
Uno sguardo più intenso e una maggiore curiosità possono essere dati ad alcuni di questi film. In particolar modo a “Bitten” un horror grottesco e molto divertente sulla licantropia. Infatti il regista cambia le regole del gioco e in una notte di luna piena fa trasformare un cane in un essere umano.
Un altro è “Selfies”. In questo caso, un’animazione che si avvicina molto a quella di Terry Gilliam ci mostra il nuovo modo di essere umani. Il selfie ha trasformato ulteriormente il nostro modo di vivere, e Gentinetta ci sbatte in faccia la verità con velocità di esecuzione e incisività.
“Twinky Doo’s Magic World” è l’unico corto italiano a partecipare al Ravenna Nightmare Film Festival. Diretto da Alessandro Izzo e interpretato da un gruppetto affiatato di attori professionisti come Guglielmo Favilla e Fiorenza Pieri, Alex Lucchesi, Maurizio Tesei e Luca Di Giovanni. Qui, il dialetto livornese e quello romano sono i due elementi base per questo horror sui Muffins. Una critica al consumismo, specialmente a quello culinario, che si tinge di poliziesco, thriller e azione.
E poi ci sono “The Beast” e “The Box”. Il primo è una rielaborazione più evidente e sconcertante di una favola moderna; come la prima versione di Cappuccetto Rosso, dove si allarma sempre i bambini di stare ad ascoltare i genitori e non parlare con gli sconosciuti. Il secondo, una parabola sull’alienazione umana e sulla sua continua sottomissione. Una specie di Orwell 2018 con i toni divertenti e allucinanti di Brazil.
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