Totem, del regista polacco Jakub Charon, racconta la storia di due fratelli appartenenti al sottobosco criminale di una cittadina della Polonia meridionale.
Savage, il fratello minore, dopo la sua uscita di prigione, vuole affermarsi nella realtà criminale locale dimostrando al fratello Igor, che non gli permette di far parte della sua banda, di valere molto di più di quello che sembra. I due però rimangono coinvolti in un traffico di stupefacenti gestito dalla mafia serba. La situazione diventa così difficile da gestire.
Il film non è un classico gangster-movie. La prospettiva di Savage domina la narrazione. Il suo sguardo, spesso alterato dalla cocaina e altre sostanze stupefacenti, è confuso, caotico e disturbante. Il male e la violenza sono visti con una lente che ne amplifica la portata distruttiva sull’animo umano. Tutto è incerto, instabile e disorientante. Seguire lo sviluppo della trama è difficile. Ci si immedesima completamente nella vita confusa e disordinata di Savage.
La foschia autunnale immerge i protagonisti in un’atmosfera irreale e sospesa. Savage quasi si fonde con gli elementi naturali, come la foschia e il cielo. Il candore della sua pelle stride con le sue azioni, ma lo rende partecipe di una natura morente che ben si relaziona con la parabola discendete in cui si è infilato il giovane aspirante criminale.
Al pallore dei protagonisti fa da contraltare il colore del sangue, che si conquista un ruolo da protagonista. Siamo però lontani dallo splatter e dalla spettacolarizzazione della violenza. L’uso della forza eccede però spesso in queste lotte di tipo tribale, e si arriva ad un vero e proprio massacro. L’intera scena viene vissuta dallo spettatore attraverso gli occhi sconvolti di Savage che si dimostra quindi lontano dalla ferocia di quel mondo criminale che voleva scalare.
Una volta che si entra nel circolo vizioso della criminalità è difficile uscirne. Non sarà facile per Savage e i suoi cari, soprattutto dopo che il fratello Igor si dileguerà scatenando l’anarchia all’interno dei ranghi della sua banda.
Totem è un film complesso, difficile da capire se non si presta la dovuta attenzione. Non è però questa una colpa del regista, ma un suo merito: il caos percepito è quello che ingombra la mente del protagonista.
Il film vince il Premio della Critica al Ravenna Nightmare Film Festival.
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