Franco Battiato

Franco Battiato – Gli opposti si attraggono

Uno studio sulla musica di Franco Battiato.

Opposti, Antistanti, Contrastanti, Del tutto divergenti, Antitetici. Aggettivi che vanno a definire due generi come la musica classica e la musica elettronica. Dunque cosa avvicina queste due categorie?

La risposta è lo studio accurato del compositore.

Nel secondo dopoguerra nasce la musica contemporanea, frutto del lavoro svolto da Arnold Franz Walther Schönberg compositore austriaco che fondò all’inizio del XX secolo la Seconda scuola di Vienna; la prima nonostante non ci siano basi storiche fa riferimento a quella formata da Franz Joseph HaydnWolfgang Amadeus Mozart e Ludwig van Beethoven.

Schönberg fu uno tra i primi a scrivere musica al di fuori dalle regole del sistema tonale.

Il sistema atonale ideato dal compositore che prende il nome di Dodecafonia prevedeva una distribuzione degli accordi libera e aveva come obbiettivo la creazione di strutture musicali sempre più complesse.

Questo perché si entrava nel corso del secolo sempre più in profondità nel concetto di sperimentazione, le disposizioni classiche dovevano essere in qualche modo superate per lasciare spazio a forme di dissonanza.

Questo breve excursus lascia porte aperte che dal 1945 in poi si dirigono verso la musica elettroacustica, la musica concreta, la musica minimalista e via dicendo.

È stato lasciato intendere che si giunge da questa destrutturazione di forme tradizionali ad una corrente del tutto nuova, la musica elettronica.

Per parlare di questo argomento verrà preso un esempio vicino alla nostra cultura ovvero il lavoro di uno dei compositori italiani più importanti della seconda metà del 900 e di inizio XXI secolo, la musica di Francesco Battiato.

Precisiamo innanzitutto che Battiato non ha studiato al conservatorio, amante della musica classica che poi utilizzerà nelle sue produzioni, il suo percorso da artista come lo conosciamo oggi inizia dai generi del progressive Rock, Rock sperimentale e Rock d’avanguardia.

Battiato è il fulgido esempio del compositore impegnato 24 ore su 24 nel lavoro che fa, egli studia le arti classiche dalla musica alla filosofia, dalla pittura al cinema facendo della sua vita l’arte stessa e la ricerca nel senso più spirituale possibile. Partendo dalla tradizione italiana e quindi dal cantautorato il giovane catanese sente poco dopo il bisogno di abbandonare il genere di protesta, egli vuole esprimere la sua musica in maniera diversa, vuole stimolare l’ascoltatore, far riflettere sul senso dell’esistenza. L’acquisto durante gli anni ’60 in Inghilterra dei suoi primi sintetizzatori aprono a Battiato un mondo del tutto nuovo grazie alla possibilità di creare suoni innovativi e di lavorare su questi attraverso le varie frequenze e oscillazioni.

Dopo i primi album sperimentali giunge alla musica minimalista per poi approdare all’avanguardia contemporanea.

È proprio in questa fase che l’artista si avvicina alla musica colta. L’influenza della musica classica sarà una caratteristica ricorrente in molte produzioni di Battiato, tra il suo lavoro ritroviamo infatti anche opere liriche.

Cosa lega il genere colto e la popular music?

Un costante approccio artistico che evolve generi opposti determinandone una sintesi. Con le parole di Battiato “la musica è trasformazione: lo specchio della trasformazione di chi la fa, lo strumento della trasformazione di chi la ascolta”. Per Battiato arrivare alla propria espressione musicale è una sorta di necessità arcaica di un qualcosa che preesiste a egli stesso e che utilizza qualsiasi tipo di linguaggio, dal canto gregoriano fino al techno-pop.

Analizzare la discografia dell’artista non è il compito di quest’articolo perchè qualsiasi stesura sarebbe fin troppo poco esaustiva. Stiamo parlando di poesia ed armonia, elettricità e acustica, noise e balletto.

Il pensiero di Battiato si riflette in ciò: perché limitarmi ad un’espressività musicale e basta, non posso divulgare ciò che voglio, i miei sentimenti, una forma di cultura se trattengo l’arte e la confino in un genere.

Le sonorità dei primi album rispecchiano sempre la primordiale ricerca del sound ma Battiato non lo fissa. Egli è come un’eremita che cerca il posto perfetto dove risiedere, non può fermarsi perché così andrebbe contro la sua stessa natura. Riconoscere una metamorfosi perpetua nel suo lavoro è la base del discorso che è stato iniziato: la ricerca è qualcosa di etereo nell’arte e non ha fine.

Lo studio che c’è dietro riflette tutti gli aspetti del creato ed è come se mondi del tutto lontani possano toccarsi per un’attimo. In quel momento troviamo lo stesso contatto che c’è tra un magnete e un conduttore, entrambi se tenuti disgiunti non interagiscono ma se vengono avvicinati ecco che si genera un’influenza reciproca e questo è lo stesso che avviene quando ad esempio si mescolano orchestra sinfonica e drum machine.

Questa musica credo sia un grande punto di partenza dalla quale imparare molto. In primis dovrebbe ispirare l’artista di oggi che è impegnato a 360 gradi e suscitare una profonda riflessione atta a trovare le risposte adeguate per l’epoca che stiamo vivendo.

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