Apriamo questa rassegna parlando della guerra al cinema. Quante volte vi siete ritrovati a vedere un classico war movie o anche roba meno sofisticata? Siamo qui per darvi quella che riteniamo essere una sincera e anche personale top 10 di film di guerra, sperando di soddisfare le vostre richieste.

Ma bando alle ciance; avviamoci lungo questo genere e andiamo a vedere dieci classici del cinema di guerra.

1 Apocalypse Now (1979, regia di Francis Ford Coppola)

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Dopo “The Godfather” e “The Godfather – Part II”, Francis Ford Coppola gira il terzo capolavoro della sua vita. Apocalypse Now è un film che mise a dura prova il regista statunitense ma è anche quello che lo consacrò come uno dei più grandi cineasti del suo tempo. Non girerà mai più opere grandiosi come questa e c’è una ragione. Quasi un anno di lavorazione nelle filippine, dove i monsoni e tifoni distrussero il set e la guerriglia scoppiò nel paese. La lavorazione tardò di qualche mese. Martin Sheen, che nella pellicola interpretava il capitano Willard, venne colto da un infarto a metà riprese e persino il matrimonio fra Coppola e la moglie stava per incrinarsi, portandolo ad un periodo di lunga depressione e a tentare il suicidio. Senza tutta questa babilonia, forse, non avremmo il film che oggi conosciamo. Non avremmo la storia del Capitano Benjamin Willard che, obbligato dai suoi superiori, deve risalire il Mekong durante la guerra del Vietnam e arrivare in Cambogia. Lì, nascosto nella giungla, lo attende la sua missione; scovare e uccidere il Colonnello Walter E. Kurtz (Marlon Brando), e porre fine al suo squilibrato regno di violenza e distruzione.

2 Paisà (1946, regia di Roberto Rossellini)

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Considerato uno dei pilastri del Neorealismo assieme a “Roma città aperta”. Un film a episodi diretto nel 1946 da Roberto Rossellini, che ci porta direttamente nell’Italia della seconda guerra mondiale; quella bombardata dagli americani, presa dai tedeschi e della guerriglia partigiana. Racconta della risalita degli alleati anglo-americani dalla Sicilia fino al nord Italia. Infatti ogni episodio porta il nome della località in cui l’alleato si trova; il primo è Sicilia, seguito da Napoli, Roma, Firenze, Appennino emiliano e Porto Tolle. Il realismo drammatico di Rossellini è dato sempre dalla cruda realtà dei fatti; film girato immediatamente dopo questi eventi, con attori prese dalla strada e molto probabilmente testimoni assoluti del disastro fascista, dei massacri nazisti e della liberazione. Una prova storica resa con immagini forti e difficili da dimenticare. Come l’episodio girato a Napoli, dove il piccolo Pasquale fa la conoscenze del soldato nero Joe, in mezzo alla miseria della guerra.

3 Orizzonti di gloria (1957, regia di Stanley Kubrick)

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Si sa, Kubrick gira capolavori. Anche in questo caso Orizzonti di gloria sembra essere un gradino più in alto nella scala verso la consacrazione avvenuta solo pochi anni più tardi con Doctor Strangelove, 2001, Arancia Meccanica e Barry Lyndon. Ma anche con questo film del 1957 ci si può assicurare la visione di un Kubrick doc, già maturo e pronto per lo scandalo. Tuttavia, lo scandalo deriva direttamente dall’abominio della guerra; in questo caso della prima Guerra. E Kubrick ci mette del suo limitandosi anche a trascrivere i fatti avvenuti; le ingiustizie, la dura vita del soldato e della trincea, l’assalto alla baionetta e la stessa storia che si è ripetuta in ogni esercito. In questo caso siamo fra le truppe francesi, impegnate contro i tedeschi e comandate dal generale Mireau che, dopo aver cercato di spronare i soldati ad assaltare il nemico, vuole farli fucilare per non aver eseguito i suoi ordini. Il Colonnello Dax, interpretato da Kirk Douglas, cerca in tutti i modi di mettersi in mezzo per fermare questa carneficina.

4 La Grande Guerra (1959, regia di Mario Monicelli)

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Monicelli faceva rotolare le comparse e gli attori protagonisti nel fango per rendere ancor più credibile e violento l’impatto che il pubblico avrebbe avuto nel vedere il suo film. Si può dire che c’è riuscito. La Grande Guerra non è solo un film apparentemente comico; data la presenza di Sordi e Gassman, che insieme formano un bel duo di soldati pronti a fuggire dalla guerra e da ogni pericolo che essa comporta. Il film è una descrizione del primo conflitto, ma più che altro del logorio delle trincee e del vivere uniti da veri italiani patrioti, nonostante i regionalismi e le differenze di classe. Saranno proprio tali differenze e aspetti regionali a fare la differenza, rendendo uniti degli uomini che prima non avevano nulla a che fare gli uni con gli altri. Solo la guerra li mette insieme e fa gridare il loro grido tormentato di disperazione.

5 Quella sporca dozzina (1967, regia di Robert Aldrich)

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Con Lee Marvin, Charles Bronson, Ernest Borgnine, Jim Brown, John Cassavetes e Donald Sutherland. Robert Aldrich gira un film sulla seconda guerra mondiale che tuttavia riesce a toccare punte comiche. Pochi giorni prima dello sbarco in Normandia, un gruppo di dodici galeotti viene addestrato per una missione segreta e pericolosa in Francia; assaltare un castello pieno di tedeschi. Grazie anche a questo film, Tarantino poté girare “Bastardi senza gloria”, la cui trama non differisce molto dalla pellicola di Aldrich. Un cult movie sulla guerra che prende delle pieghe diverse e a volte scostanti da quello che è un normale film sul conflitto; in particolar modo, sul secondo conflitto, ancor più grande, ancora più mondiale.

6 U-Boot 96 (1981, regia di Wolfgang Petersen)

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Wolfgang Petersen, regista de “La storia infinita” e di “Troy”, nel 1981 gira il film che gli darà maggiore successo. U-Boot 96 è la storia del sommergibile e degli uomini che su di esso salparono dal porto di La Rochelle nel 1941, verso una missione dalla quale potrebbero non tornare più. La guerra sembra essersi fermata nel U-Boot e l’atmosfera si fa sempre più pesante tra gli ufficiali e i marinai che incominciano a capire l’inutilità e la follia di tutta questa faccenda.

7 Tutti a casa (1960, regia di Luigi Comencini)

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Comencini ha girato di tutto nella sua carriera, un po’ come Monicelli; dal film drammatico al sentimentale, dalla commedia al film strappalacrime, dallo storico a serie televisive tratti da libri per bambini e ragazzi. Anche il genere della guerra passa per le sue mani, e nel 1960 girerà per l’appunto Tutti a casa. Un film storicamente fedele e ben fatto che inizia con la caduta della dittatura fascista e il ritorno verso casa. Ma in questo, caso non è mai così semplice se a sbarrarti la strada ci sono i nazisti; più incazzati che mai. E la desolazione delle città, la paura del nemico e la miseria rendono il viaggio ancor più disturbante e drammatico. Stessa cosa accade al sottotenente Alberto Innocenti che nella sua avventura verso casa dopo l’8 settembre, accompagnato da altri commilitoni e gente conosciuta per strada, rischierà più volte di perdere la vita, o peggio; tornare a combattere dopo la sciagurata sorte del fascismo e dell’esercito italiano. Dal Veneto fino a Napoli, dove in una guerriglia contro l’ex alleato tedesco Innocenti perderà anche l’ormai amico e compagno di avventure Assunto Ceccarelli. Con Alberto Sordi e un cast invidiabile di attori; Serge Reggiani, Martin Balsam, Eduardo De Filippo, Nino Castelnuovo, Mario Feliciani e Carla Gravina. Considerato il Capolavoro di Comencini.

8 Lettere da Iwo Jima (2006, regia di Clint Eastwood)

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Forse uno degli ultimi bei film di Clint Eastwood, che torna a dirigere un film sulla seconda guerra mondiale. Complementare alla storia narrata in “Flag of our Fathers”, quella della battaglia di Iwo Jima, solo che questa volta vista dalla parte dei giapponesi. La linea del fronte viene spostata sull’isola di Iwo Jima. Nelle grotte dell’isola è accampato parte dell’esercito giapponese, guidato dal generale Tadamichi Kuribayashi. Viste le sorti del Giappone, ormai vicine alla resa, il generale resta un servo dell’imperatore e per questo è costretto a combattere; anche quando le cose sembrano mettersi peggio. Per una volta il buon vecchio Clint lascia quel suo patriottico carattere per incentrarsi totalmente sul Giappone; lo stesso che poi dovrà inginocchiarsi a tutti i costi dopo ben due bombe atomiche. Girato completamente in lingua giapponese. Con Ken Watanabe, Kazunari Ninomiya e Ryo Kase.

9 Land of Mine (2015, regia di Martin Zandvliet)

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Prigionieri di guerra tedeschi vengono spediti per sminare alcune zone della Danimarca. Dopo la seconda guerra mondiale, è uno di quegli episodi post bellici che raramente vengono trattati nei libri di storia ma che hanno lo stesso impatto crudo e drammatico; come non potrebbe essere altrimenti. Ma se Monicelli e Comencini preferiscono anche delle battute ironiche e grottesche, Land of mine è lontano dal fare questo, e il regista danese Zandvliet preferisce far parlare i giovani attori che in maniera toccante e reale riportano alla luce quel pezzo di storia abbandonata. Più di 2.000, infatti, furono i soldati, e non solo, spediti a fare questo scomodo e anche imprevisto lavoro sotto la guida del sergente danese Rasmussen, interpretato da Roland Moller e un gruppo di giovani attori. Non un film sul conflitto, ma su quello che successe dopo, che ha lo stesso la sua dose di dramma e azione.

10 Dunkirk (2017, regia di Christopher Nolan)

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Non il migliore film di Nolan, ma estremamente essenziale per la sua carriera. Dopo Interstellar, il regista inglese ha a che fare con la guerra e intraprende la lavorazione di un film ispirato a fatti realmente accaduti; come si è soliti fare quando si parla di guerra. La vicenda di Dankerque e della sua evacuazione durante la seconda guerra. Un cast corale di attori sopra le righe; tra questi Tom Hardy, Kenneth Branagh, Fionn Whitehead, Harry Styles, James D’Arcy e Cillian Murphy. Nolan intraprende un viaggio in uno dei più importanti e drammatici capitoli della storia della guerra, rendendo il tutto scarno nella tragedia e divisibile a tre punti fondamentali; la terra, il mare e l’aria. Da queste tre postazioni il film prende forma e le varie vicende che compongono la storia di Dankerque si intervallano continuamente.

Leggi la recensione di Dunkirk di Christopher Nolan

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