Gianni Pacinotti, in arte GIPI, torna al cinema con il film, Il ragazzo più felice del mondo. Dopo vari esperimenti (Smettere di fumare fumando), numerose interviste e presenze al talk show condotto da Zoro, Propaganda Live, uno dei più importanti fumettisti italiani si rimostra in questa sorta di commedia mista a dramma, per quello che è, senza troppe maschere; gioviale toscanaccio, un po’ pigro ma pieno di idee. Con la stessa forza è egli stesso, oltre che regista, protagonista del suo film.
In una carrellata di immagini di vita vera, GIPI presenta la sua opera con spirito d’iniziativa curando l’aspetto recitativo e quello narrativo soprattutto, gettando in mezzo un’autobiografia che è in stretto contatto e legame con le sue esperienze e con le realtà di oggi. È infatti un esperienza vissuta che lo porta a raccontare questa storia, e che nemmeno lui sa come andrà a finire perché la trama si costruisce da sé man mano che continua a girare.
Il punto di partenza è una lettera inviatagli una ventina di anni fa da un misterioso fan che lo elogia e gli regala tutta la sua stima. Ritrova la stessa lettera su facebook ma non indirizzata a lui e dopo essersi messo in contatto con altri colleghi e artisti del fumetto, scopre che chi aveva scritto quella lettera, l’aveva fatto in tutti questi anni con altre persone. Un mistero che GIPI vuole assolutamente risolvere, mettendo su una troupe in poco tempo composta più che altro da amici; Gero, Davide e Francesco. Un’armata Brancaleone scalcagnata che fra grafologi e vere interviste ad altri personaggi, fa ridere e riflettere; così come gli stessi protagonisti che giocano, ridono, s’incazzano all’interno della trama.
GIPI si fionda su una narrazione documentaristica ma intervallata da elementi puramente fedeli al cinema comico, al cinema d’avventura. Rompe più volte la quarta dimensione rivolgendosi direttamente al pubblico. I suoi attori sono veri come li si vede e vera la vicenda che li circonda. Da artista GIPI cerca sempre nuove storie; avido ed egoista, non si ferma davanti a nulla. Questo film è la dimostrazione di quanto facile possa essere trovare un’ispirazione, un’idea che sia valida e buona. Difficile, a volte, è il processo che precede il lavoro finito, ed è lo stesso che succede ora. Un mistero che si ingrossa sempre di più e alla fine è come un disegno, un bozzetto; lo guardi e lo riguardi più volte, ma non sempre sei convinto del risultato. Da una comicità tanto grottesca quanto naturale, GIPI ne trae spunto per qualcosa di sinceramente emozionante, che non ha a che fare solo con il fan, ma con se stesso, le sue paure e i suoi fallimenti. Una riflessione che è presa anche nella maniera di raccontare storie, e nell’importanza della vita privata.
In quest’incredibile avventura, compaiono altri volti noti dello show business: Jasmine Trinca, Kasia Smutniak, Davide Barbafiera, Gero Arnone e Francesco Daniele. Dopo molti tentativi, tutti ritirati dai concorsi dallo stesso regista, stavolta è giusto continuare. GIPI non demorde e racconta la sua storia e decide di mostrarla ad un pubblico più grande.
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