Quando penso al film perfetto per l’atmosfera natalizia non penso come fanno molti ad Una poltrona per due o a Mamma ho perso l’aereo. Questi sono ormai pezzi fondamentali della tradizionale routine delle feste, come la corsa ai regali, il pandoro a colazione e i giri tra parenti. Ma questi due pezzi grossi del cinema natalizio, per quanto io sia in pratica cresciuto vedendoli di anno in anno, non riescono a darmi il giusto spirito per affrontare con allegria le feste. Al primo posto del mio personale Pantheon cine-natalizio infatti c’è un film molto differente, ma altrettanto famoso: Il Grinch.
Non c’è Natale senza la buffa faccia pelosa di Jim Carrey che mi ricorda quello che è il vero significato di questa passerella di festività: l’amore e la bontà. Attributi che dovremmo avere più spesso verso le persone vere e non solo verso i pastorelli del presepe.
Il Grinch è un solitario eremita che vive lontano dalla comunità in cui è nato, quella della cittadina di Chinonsò. Dalla faccia canina e dal corpo pieno di peli verdastri fin dalla più tenera età è stato bullizzato ed emarginato. Messo in ridicolo per aver voluto dichiarare il suo sentimento d’amore verso una sua compagna di classe facendole un regalo per Natale, si ritira iroso e risentito verso un picco solitario circondato da rifiuti.
Il Natale diventerà per lui il peggior periodo dell’anno, per il ricordo dell’umiliazione subita e per il risentimento verso la felicità dei Nonsochì. Ma la piccola Cindy Chi Lou vuole renderlo partecipe della festa, perché dispiaciuta delle brutte esperienze che ha vissuto, e convinta della sua bontà lo va a invitare ufficialmente. Una volta convinto viene nuovamente umiliato, come quando era bambino, da Augustus Sindachì e il Grinch decide così di rubare il Natale ai Nonsochì.
Quando tutti gli abitanti di Chinonsò si risvegliano la mattina di Natale senza regali e alberi inizialmente vanno su tutte le furie, soprattutto Sindachì che incolpa la piccola Cindy per aver cercato di coinvolger il Grinch nelle feste.
La bimba ha però mille risorse e convince i suoi concittadini del vero significato del Natale: condividere la felicità con i propri cari. Significato compreso anche dallo stesso Grinch quando invece che urla di disperazione sente canti festosi provenire dalla cittadina.
Questa epifania gli cambierà la vita, portandogli amore, gioia e affetto.
Una storia bellissima, quella del Grinch, che ci insegna come le persone che a pelle ci sembrano scortesi o antipatiche spesso si sono solamente create una corazza per difendersi da persone molto peggiori ma più ben accette.
È qualcosa di molto comune, e di cui ce ne si rende conto solamente quando è troppo tardi. Spesso sottovalutiamo le persone meritevoli del nostro affetto e non le consideriamo, sprecando invece del tempo prezioso con persone vuote, ipocrite e piacevoli solamente in superficie.
La storia del Grinch ci insegna come l’apparenza sia nulla, senza la consistenza della sostanza.
Buon Natale!
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