Il cinema a Natale propone, non solo momenti di leggera dolcezza, ma anche spunti di profonde riflessioni sull’animo umano.
“Ma egli era abbastanza saggio da sapere che su questo globo niente di buono è mai accaduto, di cui qualcuno non abbia riso al primo momento”. Questo scrive lo scrittore inglese Charles Dickens verso la fine del suo famosissimo racconto Canto di Natale (A Christmas Carol), in riferimento allo stupore, provocato nella gente, dal netto e repentino cambiamento di Ebenezer Scrooge alla fine della storia.
In pieno spirito natalizio britannico potremmo dire.
Del resto già in un saggio di qualche anno fa, Fenomenologia del cinepanettone, il professore di cinema e studi culturali all’Università di Leeds Alan O’Leary ci restituiva una riflessione sull’importanza di un appuntamento annuale come quello dei cinepanettoni, ritenuti come degli autentici cult contemporanei, inaugurato da Vacanze di natale del 1983 diretto da Carlo Vanzina.
E in effetti, a voler guardar bene, da Natale in casa Cupiello di Eduardo de Filippo a Il Grinch di Ron Howard il tema del Natale è sempre stato uno sfondo propizio per le riflessioni più disparate: toccando le vette dell’arte come in La vita è meravigliosa di Frank Capra o alleggerendoci i pensieri con Miracolo sulla 34a strada di Les Mayfield.
Il Natale, al di là della sua valenza specificamente religiosa, è un momento simbolico dell’Occidente, un paesaggio storico su cui si sono sempre riversati i più svariati frutti della cultura umana.
Così, inseguendo i nostri sogni, come i personaggi di Love Actually di Richard Curtis, tra un pacchetto e l’altro, sarebbe il caso di non dimenticarsi di fermarsi un attimo per trovare così il tempo di fare un regalo a noi stessi: quello di guardare un bel film di Natale, magari proprio il nostro preferito!
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