La cattedrale di Notre Dame de Paris, uno dei simboli della cristianità più famosi e visitati del mondo, bruciò la notte fra il 15 e il 16 aprile 2019. Un incendio che ha parzialmente distrutto l’imponente architettura gotica che risale al 1163. Ultimata intorno al 1344, la cattedrale sorse in uno dei siti più antichi della città di Parigi. Sebbene già famosa, fu il romanzo di Victor Hugo a farla passare alla storia come il simbolo non solo della città ma anche di una storia di amore, di oppressione e libertà. Il noto gobbo che vive nella torre campanaria lontano dai comuni mortali, l’affascinante zingara Esmeralda e il perfido giudice Claude Frollo sono i personaggi di una parabola storica nata nel 1831 e che nel corso degli anni ha ispirato miriadi di rifacimenti teatrali e sopratutto cinematografici. Dobbiamo parlare di cinema, quindi vogliamo ricordare un monumento come Notre Dame con alcune delle opere più note che hanno tutte in comune due elementi fondamentali: la cattedrale e il libro di Hugo.
Esmeralda (1905)
Primissimo adattamento cinematografico della vicenda svoltasi nella storica location francese. Un cortometraggio della durata di dieci minuti diretto da Alice Guy-Blaché e interpretato da Denise Becker nel ruolo della zingara e Henry Vorins in quello del campanaro.
Il gobbo di Notre Dame (1923)

Diretto da Wallace Worsley, è il primo film sull’argomento che inizia ad avere una vera e propria narrazione da cinema. Sicuramente molto più dettagliata e vicina all’opera di Hugo. Nel ruolo di Quasimodo troviamo Lon Chaney, già noto attore di pellicole del terrore come Il fantasma dell’opera. Nel ruolo di Esmeralda c’è Patsy Ruth Miller e Nigel De Brulier in quello di Frollo. Forse uno dei rifacimenti più riusciti, grazie al trucco di Chaney e alla ricostruzione della Parigi del 1400. La storia si svolge nel 1482, dieci anni prima dell’arrivo di Colombo in America.
Il gobbo di Notre Dame (1939)

Forse tra tutte le trasposizioni è quella più struggente e affascinante e i motivi sono tanti. L’avvento del sonoro ha di sicuro potenziato la storia. Il bianco e nero è semplicemente sublime: un biglietto da visita per il cinema americano di quell’epoca e in avanti. Tutto è curato alla perfezione, dalla luce alla ricostruzione dei costumi e della città. Dagli effetti speciali ai trucchi. Dalla regia alla recitazione. Charles Laughton nei panni del gobbo è uno spettacolo che merita tutta la nostra attenzione: molto simile al Quasimodo della Disney di cinquantasette anni più tardi. Il regista William Dieterle, fedele al romanzo, dirige un cast d’eccezione con attori del calibro di Laughton, Maureen O’Hara, Cedric Hardwicke e Thomas Mitchell.
Il gobbo di Notre-Dame (1956)

Ma se c’è una versione bella come quella del ’39, ce n’è anche una più terribile. Quella del 1956 diretta da Jean Delannoy è un esempio di come non tutte le ciambelle riescono col buco, sebbene anche qui il cast non scherzi: Anthony Quinn, Gina Lollobrigida e Alain Cuny. Ed è anche l’opera che segue passo dopo passo il testo di Hugo, restando fedele anche nel finale, che invece nei precedenti veniva tralasciato e liberamente trasformato. Eppure la versione non raggiunge neanche minimamente le altre opere e non si avvicinerà nemmeno a quelle successive: molto più affascinanti e godibili. Prima trasposizione cinematografica a colori e unica opera in CinemaScope. Opera più fedele ma meno nota.
Il gobbo di Notre Dame (1982)

Film per la televisione britannica e americana con Anthony Hopkins, Derek Jacobi, Lesley-Anne Down e lo shakespeariano John Gielgud. A dir la verità sono tutti attori britannici, ecco il perché di questo tono più serioso, sommesso: come vuole il tipico humor d’oltre Manica. Diretto da Michael Tuchner.
Il gobbo di Notre-Dame (1996)

La trasposizione che, nonostante i buoni risultati precedenti, supera le altre opere e diventa quella più nota. Film d’animazione sfornato dall’universo Disney, è divertente e al tempo stesso cruda e fedele: non tanto al romanzo quanto ai rifacimenti passati. Forse uno dei più grandi successi della Disney dopo Il Re Leone, Cenerentola e Hercules: magari qualcuno avrà da ridire. Voci americane di attori certamente noti come Tom Hulce, Demi Moore e Kevin Kline, ma noi in Italia avevamo Massimo Ranieri, Mietta, Liù Bosisio e l’inconfondibile voce di Eros Pagni, il sergente Hartmann di Full Metal Jacket. La sua voce bassa e pastosa fa raddoppiare la sua crudeltà rispetto a quella originale. Nel 2002 uscì un sequel dal titolo Il gobbo di Notre Dame II: ma non regge il confronto neanche minimamente.
Notre-Dame de Paris (2002)

Non un film ma un’opera popolare il cui libretto fu scritto da Luc Plamondon e le musiche da Riccardo Cocciante. Trasposizione operistica premiata e rinomata in tutto il mondo: ma vuoi mettere con i film?!
Notre Dame non è perduta.
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