Giuseppe Tornatore, nato a Bagheria il 27 maggio 1956, è uno dei più prolifici registi italiani ora in circolazione. Sempre nuovi cineasti calcano le scene con opere ambiziose e intraprendenti, come Sorrentino, Garrone, Virzì e molti giovani autori iniziano ad imporsi come per esempio il regista Sidney Sibilia. Eppure Tornatore, anche per via della sua anzianità sul campo, resta un punto di riferimento.
Di visibile influenza leoniana, del cinema di grande respiro di Bertolucci e Antonioni, Tornatore nei suoi quasi quarant’anni di carriera ha firmato opere di grande spessore artistico. Cinque le opere che vogliamo citare per omaggiare il genio e il poeta Tornatore: abile ritrattista della sua Sicilia, sublime narratore di drammi sociali, di eroi che, chi per un verso chi per un altro, si muovono spinti da un sublime sogno, da ideali epici, e tutti vanno ad arricchire in Tornatore la sua grande passione per il cinema. Passione che non cessa di dimostrare nelle sue opere con spunti autobiografici.
Baaria
Un’epopea autobiografica all’Amarcord, sulla città natia del regista. Opera che attraversa ben tre generazioni, alla Novecento di Bernardo Bertolucci: dai primi anni del fascismo alla prima repubblica, dal sessantotto fino agli anni ottanta. E la protagonista è la città di Bagheria, dove in un set caldo come nel deserto si snodano le vicende dei cittadini. In particolar modo la vita di Peppino Torrenuova che da bambino sotto la dittatura di Benito Mussolini, si fa ragazzo assistendo alla fine della guerra. Via via fino alla sua votazione agli ideali comunisti. Nello stesso tempo viene descritta la storia di Mannina Scalia, che successivamente diventerà la moglie di Peppino e prospereranno in una città che si trasforma: cambiano i tempi, i partiti, gli ideali, le strade e i volti degli abitanti di una terra al confine tra magna Grecia e mondo in continua evoluzione.
Un cast enorme come immenso è questo colossal dal gusto siciliano. Tornatore racconta la sua terra, la Sicilia, ma più da vicino Bagheria, come una fanciulla che cresce e cresce, si fa donna lungo tutto il novecento. Con Margareth Madé, Francesco Scianna, Angela Molina, Nicole Grimaudo, Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Nino Frassica e moltissimi volti noti del teatro e del cinema tutti nati sotto il segno della Trinacria. Musiche di Ennio Morricone.
Nuovo Cinema Paradiso
Vincitore dell’Oscar nel 1988 come miglior film straniero, Nuovo Cinema Paradiso è sempre una storia molto intima e personale che il regista non cela sotto troppi merletti ma anzi narra esplicitamente. Salvatore, rimasto dopo la Seconda Guerra Mondiale orfano di padre, è un bambino affascinato dal cinema ma più che altro dal mestiere di proiezionista. Diventa infatti amico di Alfredo, proiezionista nel cinema Paradiso della cittadina di Giancaldo.
Salvatore passa intere giornate a guardare film ed è sempre più attratto da quel mondo. Dopo l’incendio che distrugge il cinema e fa rimanere cieco Alfredo, la sala viene ricomprata da Spaccafico, il napoletano, dopo la sua vincita al lotto e Salvatore prende il posto del vecchio amico al proiettore.
Dentro quella piccola stanza vede il suo paese cambiare, s’innamora, cresce fino a quando non decide di andarsene via per seguire la sua vocazione.
Secondo lungometraggio di Tornatore, in cui meglio si denotano le sue tematiche più amate e riutilizzate. L’abbandono della terra natale e del provincialismo, l’amore per il cinema e allo stesso momento l’amore verso la sua Sicilia alla quale non smette di pensare. Con Jacques Perrin, Philippe Noiret, Pupella Maggio, Salvatore Cascio, Enzo Cannavale, Leo Gullotta e Leopoldo Trieste.
La leggenda del pianista sull’oceano
Tratto dal racconto di Alessandro Baricco, 900, nel 1998 Giuseppe Tornatore riporta su pellicola la storia di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, il mago del pianoforte nato a bordo del Transatlantico Virginian e mai sceso da lì. La storia viene raccontata da Max Tooney, trombettista amico di Novecento, che lo ha conosciuto a bordo della nave e con il quale suonava nell’orchestra durante gli anni venti e trenta.
Dopo molti anni di lontananza dall’amico, Max, nell’intento di vendere la sua tromba, viene a sapere che il Virginian sta per essere demolito, così sale ancora una volta sulla nave e tra i ricordi di quel tempo lontano cerca disperatamente di trovare Novecento e salvarlo.
Una bellissima trasposizione di un racconto straordinario, come straordinaria è l’esistenza del protagonista. Film che ottenne un discreto successo grazie alle sue scene formidabili e alle interpretazioni degli attori: Tim Roth, Pruitt Taylor Vince, Clarence Williams III, Peter Vaughan e Melanie Thierry. Come di consueto, Morricone ne firma le musiche.
La migliore offerta
In una città non meglio precisata dell’Europa, Virgil Oldman è un famoso battitore d’aste. Cupo, solitario, è ossessionato dalla figura femminile e nel corso degli anni riesce a mettere da parte una gran quantità di quadri raffiguranti donne, grazie alla complicità del suo vecchio amico Billy. Un giorno, viene contattato da una misteriosa ragazza di nome Claire Ibbetson che vuole vendere alcuni mobili antichi dalla sua villa. Tuttavia, ogni qual volta che Virgil va alla casa per poter registrare i mobili e le opere d’arte la ragazza non si fa mai vedere e ad aspettarlo c’è solo il vecchio custode Fred.
Nonostante la sua scontraggine dei primi momenti, Virgil indaga e scopre che Claire è sempre stata in casa. La donna infatti soffre di agorafobia. Col tempo i due iniziano a conoscersi superando, reciprocamente le proprie paure e imparando ad amarsi.
Tuttavia Giuseppe Tornatore non gira un film solo sentimentale e a quella apparente storia d’amore che sembra durare in eterno, il regista affianca una storia di mistero, e in dramma con i risvolti del noir. Con Geoffrey Rush, Jim Sturgess, Donald Sutherland e Sylvia Hoeks.
Stanno tutti bene
Si ritorna a parlare di Sicilia nel mondo con questo piccolo capolavoro riadattato per il pubblico americano nel 2011 con Robert De Niro. Nel 1990 Giuseppe Tornatore dirige Marcello Mastroianni in un ruolo davvero travolgente e allo stesso tempo drammatico.
Matteo Scuro, vedovo, parte dalla Sicilia per andare a trovare i suoi cinque figli sparsi per l’Italia. Canio, Guglielmo, Norma, Tosca e Alvaro. Il primo che va a trovare è Guglielmo a Napoli, ma quest’ultimo non si riesce a trovare. Pensando che sia via per il suo lavoro da artista, Matteo continua il suo viaggio verso gli altri figli ma ciò che vede è diverso da ciò che i figli gli dicevano sempre. Scopre che la realtà è molto diversa da quella che gli diceva sempre sua moglie. Alla fine, sulla tomba della moglie, le dice quello che lei avrebbe voluto sentirsi dire: “Stanno tutti bene!“.
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