Perché Hitchcock è sempre Hitchcock – Psycho

La gallina dalle uova d’oro. Con questo termine veniva spesso denominato quel genio di Alfred Hitchcock: una carta vincente per l’industria hollywoodiana degli anni cinquanta. Un regista all’epoca sottovalutato dal punto di vista artistico ma importantissimo per quello finanziario.

Dopo il suo trasferimento in America, dopo una trentina di film girati in Inghilterra, Hitchcock iniziò a sfornare una serie di film, uno dopo l’altro, che solo a distanza di anni furono finalmente riconosciuti come delle vere e proprie opere d’arte: capolavori intramontabili da vedere e rivedere.

Come viene raccontato anche nel biopic del 2012 con Anthony Hopkins ed Helen Mirren, nemmeno dopo il successo di  North By Northwest la sua carriera poté definirsi finita. Ed è proprio da quel film, nato come un fiasco ma che si rivelò essere ben presto uno dei più belli, che vogliamo iniziare la nostra rassegna dedicata ad un cineasta che ha rivoluzionato il cinema.

Le richieste di Alfred Hitchcock agli spettatori di Psycho

Psycho (1960)

Dopo la prima di North By Northwest, conosciuto in Italia come Intrigo internazionale, Hitchcock è un regista arrivato. Sulla soglia dei sessanta ha girato di tutto: commedie, drammi, gialli, film di spionaggio. Eppure quello che gli manca è un horror come si deve.

Verrà pregato in tutti i modi dalla produzione pur di non fare quel film, ma per Hitchcock ormai c’è solo il romanzo di Robert Bloch Psycho e gli efferati omicidi commessi da Ed Gein: la sua storia influenzerà più avanti altri cult come Non aprite quella porta e Il silenzio degli innocenti.

Psycho nasce così, in un momento di tensione. Benché sia un regista di potere, il film non riesce a convincere nemmeno i suoi collaboratori più fidati: nemmeno la moglie Alma, sempre al suo fianco ad ogni lavoro del marito.
Deciso a voler girare il film, utilizza la troupe che usava per la sua serie televisiva Alfred Hitchcock Presenta. Questo per risparmiare soldi. Trasforma il suo set in un bunker al quale hanno accesso solo alcuni tecnici, gli sceneggiatori e gli attori, per paura che qualcosa possa trapelare prima dell’uscita del film. Inoltre fa togliere dal mercato tutte le copie del romanzo di Bloch, volendo naturalmente arrivare per primo.

La Trama

La giovane segretaria di banca Marion Crane (Janet Leigh) scappa con una busta contenente quaranta mila dollari. Avrebbe dovuto versare i soldi per conto di un ricco uomo d’affari e invece, stanca di quella vita monotona, fugge con il denaro decisa a voler raggiungere il giovane amante Sam.

Durante il lungo tragitto in macchina viene seguita da un poliziotto che sospetta di lei, ma alla fine la lascia andare. Stanca per il viaggio e a causa del temporale sbaglia strada e finisce col fermarsi in un motel molto isolato. Il Bates Motel ha 12 stanze e tutte libere. Il giovane proprietario, Norman (Anthony Perkins) è un ragazzo di bell’aspetto che vive solo con la madre paralitica nella casa gotica e lugubre dietro al motel.

Dopo una breve conversazione, tra i due c’è della simpatia ma Marion capisce di aver fatto un enorme sbaglio e decide di tornare indietro per restituire i soldi. Passa la notte nella stanza numero 1. Si sveste ed entra nella doccia. Hitchcock non esita un minuto di più e fa uccidere da una misteriosa figura femminile la sua protagonista dopo quasi mezz’ora dall’inizio della pellicola, facendo di quella scena una delle più memorabili di tutto il film.

Norman, trovato il cadavere e capendo che è stata la madre ad ucciderla, nasconde il corpo e fa sparire la macchina. Alcuni giorni dopo la sorella di Marion, Lila (Vera Miles), va da Sam convinta che sia lì, ma li raggiunge un ispettore privato, tale Arbogast (Martin Balsam): anche lui sulle tracce della giovane per conto del ricco uomo al quale Marion aveva rubato il denaro.

Dopo aver chiesto in giro, arriva al motel e scruta la vecchia madre dietro la finestra della casa. Norman gli vieta di parlare con lei e nega il fatto che Marion abbia alloggiato nel suo motel. Tuttavia Arbogast, convinto che Norman nasconde molto di più e deciso a parlare con la vecchia, s’intrufola in casa, ma dopo aver fatto qualche gradino, dalla cima della scalinata sbuca la madre armata di coltello, uccidendo l’investigatore.

Lila e Sam, non avendo più notizie di Arbogast, corrono a cercarlo. La faccenda si complica quando vengono a sapere che la madre di Norman Bates è morta molti anni prima. Fingendosi marito e moglie, i due vogliono vederci chiaro e prendono una stanza nel motel. Sam distrae Norman mentre Lila va alla ricerca della madre, ma fra i due scoppia una rissa.

Norman riesce ad avere la meglio e corre in casa mentre Lila, vedendolo arrivare, si nasconde in cantina. Lì trova finalmente la signora Bates seduta su una sedia e rivolta verso il muro. Lila le tocca la spalla e lentamente la sedia si gira mostrando la cruda verità. La signora Bates è in realtà una mummia, uno scheletro e Norman è l’autore degli omicidi. Quest’ultimo, vestito come la madre e con il coltello in mano, sta per avventarsi contro la ragazza ma Sam riesce a fermarlo.

La scena più iconica di Psycho: quella della doccia

Ciò che alla fine ne esce fuori, è una delle opere più terrificanti del cinema. Hitchcock riesce a girare un horror a basso costo, con poche scene di sangue e nudità, trasformandolo in un successo d’altri tempi. Una storia scarna che nasconde il colpo di scena finale: motivo di tanti brutti sogni.

Ma ce ne sono di sequenze che fanno letteralmente gelare il sangue: una fra tutte quella finale, quando Norman, rinchiuso in prigione, guarda fisso la telecamera. Quando la scena sfuma su quella successiva, per alcuni istanti lo scheletro della madre appare sul suo volto.

Un film da brividi. Il bianco e nero fu usato per non fare vedere il rosso del sangue e per non spaventare troppo lo spettatore, ma è comunque uno degli elementi più terrificanti del film. Senza contare la scena della doccia e le taglienti musiche di Bernard Hermann, oltre agli attori. Janet Leigh disse che la scena della doccia la terrorizzò anche fuori dal set ed Anthony Perkins, dal viso pulito e con aria da bravo ragazzo, è l’attore azzeccato per questo ruolo: lo stesso ruolo che gli conferì un enorme successo. Non c’è niente da fare, il buon vecchio Hitch la sapeva lunga.

Bates Motel - Psycho
Il Bates Motel di Psycho


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