Amel e Mashir sono due giovani innamorati, che vivono la loro storia di nascosto dalle loro rispettive famiglie e dai loro amici. Lei, è figlia di un padre algerino rimasto solo dopo la scomparsa della moglie. Lui, è figlio della chiusa e rigida comunità pakistana. L’idillio d’amore si spezza quando alla famiglia di Mashir viene offerta la mano di Noor, sua cugina e amica di Amel. Il grande onore che questa offerta significa nella cultura pakistana non può essere ignorato dai genitori di Mashir.
Pour vivre heureux è un film belga del 2017. Grazie alla direzione di Salima Sarah Glamine e Dimitri Linder lo spettatore si immerge in una storia tanto moderna quando eterna. Da sempre infatti si racconta di giovani innamorati che soffrono per la contrarietà delle loro famiglie.
La storia di Amel e Mashir è però figlia della modernità. In una Bruxelles multietnica i figli si scoprono diversi e distanti dai propri genitori. Nel salto generazionale, l’amore si trasforma da superfluo corredo nuziale a imprescindibile fulcro della propria esistenza. Rinunciare all’altro è impossibile, ma andare contro le decisioni della proprio famiglia non è affatto facile.
Mashir temporeggia, si muove con cautela per non far capire ai propri genitori di avere una relazione d’amore. Quando i suoi zii gli offrono la mano di Noor, il segreto diventa più ingombrante. Non volendo ferire i sentimenti di nessuno, Mashir viene lentamente sopraffatto dalla secolare tradizione pakistana. Uscire da quella situazione da solo diventa sempre più complesso.
Amel, dal canto suo, soffre la distanza del padre, incapace di comprenderne le difficoltà e le debolezze. Soffre la sempre maggiore distanza che l’usanza dei matrimoni combinati sta mettendo tra lei e Mashir. L’amicizia con Noor viene messa a dura prova da questa situazione soffocante. L’amica, ignara della relazione tra il suo promesso sposo e Amel, è contenta di questo partito, un uomo tollerante, di vedute moderne e sicuramente comprensivo.
Ma la repressione di un sentimento dirompente come l’amore non può che spalancare le porte alla sofferenza.
L’occhio della regia segue attentamente proprio questo processo, dai gioiosi momenti di passione dei due amanti alla tragica sequenza di una cena di famiglia.
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