Classico del cinema hitchcockiano, L’uomo che sapeva troppo (1956) o in versione originale The Man Who Knew too Much, remake dell’omonima pellicola del 1934 e diretta dallo stesso Hitchcock, cambia atmosfere e volti. Dalla fredda Sankt Moritz ci si sposta molto più a sud, a Marrakech. Gli attori cambiano e vengono sostituiti da interpreti più freschi e sicuramente più americani dei precedenti.
Elementi non fini a se stessi, perché affiancati da un ritmo ancora più tagliente e veloce. Il bianco e nero del 1934 si trasforma in un ocra bruciato dal sole del “Marocco” e ciò che ne viene fuori è una delle pellicole più famose e belle dell’inglese Hitch.
Opera che supera di gran lunga l’originale.
La Trama
Il dottor Ben McKenna (James Stewart) va in Marocco per una vacanza assieme alla moglie Jo (Doris Day) e il piccolo Hank. Sull’autobus diretto a Marrakech, per un piccolo incidente, i McKenna conoscono Louis Bernard il quale, per scusarsi dello spiacevole episodio, li invita a cena quella sera stessa. Tuttavia, poco dopo essersi seduti al ristorante, Bernard è costretto ad andare via destando stupore nei due americani, i quali si rassegnano sedendosi al tavolo dei coniugi Drayton: due simpatici e innocui turisti inglesi.
Il giorno dopo, in visita al mercato cittadino, Ben rincontra nuovamente Bernard che, ferito a morte con un pugnale alla schiena, muore fra le sue braccia sussurrando qualcosa. Ben e Jo, portati in centrale di polizia lasciano Hank con i Drayton ma al loro ritorno in albergo il figlio è scomparso.
Intuendo che possano essere stati i due inglesi a rapirlo, Ben e Jo volano verso l’Inghilterra e la disperata ricerca di Hank li porta a conoscenza di un terribile piano escogitato dagli stessi Drayton e dal Primo Ministro per uccidere l’ambasciatore inglese.
Il piano è quello di sparare all’ambasciatore durante un concerto alla Royal Albert Hall di Londra, quando i piatti squillano in modo tale da coprire lo sparo. Tuttavia Jo, accorsa in tempo in teatro, riesce a salvare l’ambasciatore il quale la invita al suo palazzo come gesto di ringraziamento.
I McKenna accettano e di buon grado, perché sono convinti che Hank sia stato nascosto proprio in una delle stanze dell’ambasciata. E infatti, mentre Jo canta Qué será, será difronte all’ambasciatore e ai suoi illustri ospiti, Ben segue le tracce e arriva alla camera dove è tenuto prigioniero il figlio. Quando stanno per fuggire il signor Drayton (Bernard Miles) li intercetta puntando contro il bambino la pistola. Mentre stanno scendendo la scalinata, Ben riesce a scansare Hank facendo cadere Drayton il quale fa partire sbadatamente un colpo uccidendosi davanti agli occhi della moglie (Brenda de Banzie).
Jo e Ben, ritrovato il figlio, possono finalmente tornare a casa felici, contenti e uniti.
Nonostante quei due esempi di pellicole dirette negli anni sessanta, durante la decade cinquanta Hitchcock non è mai disfattista. La tensione scorre, rende la trama sempre più avvincente ma poi lascia che sia il lieto fine a chiudere la storia. Prima di arrivare a quel momento, però, il cuore non cessa mai di palpitare e le sequenze d’azione e di paura si susseguono nascendo blande, per poi arrivare alla scena della chiesa, a quella durante il concerto alla Royal Albert Hall e infine alla lunga scena cantata a casa dell’ambasciatore.
Hitchcock anche stavolta, mescola le vite della famiglia americana McKenna con qualcosa di più grande di loro. Ma alla fine, da buoni statunitensi pieni di risorse, riescono sempre a sfangarla, continuando la loro esistenza in assoluta gioia e serenità. Eppure c’è dell’altro. A quella perfetta famiglia di puritani, si affianca una spia Marocchina e due perfidi coniugi inglesi: i soliti finti tonti e finti nobili che nascondono un terribile segreto. E poi crisi politiche e congiure tra potenti.
Un cult che è rimasto negli annali per l’interpretazione dei due protagonisti, Stewart e Day, e anche per aver fatto di una semplice e sconosciuta canzone come Qué será, será, scritta appositamente per il film, un successo mondiale che ancora oggi cantiamo e fischiettiamo.
Due celebri cameo stavolta: quello di Hitchcock nella piazza del mercato in Marocco e quella di Bernard Hermann, il compositore della colonna sonora che dirige l’orchestra alla Royal Albert Hall.
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