Chinatown di Roman Polanski – La Los Angeles nata nel sangue e nella corruzione

Per quanto riguarda Los Angeles, parliamo di una città così nota e popolare nel nostro immaginario collettivo che anche se non l’abbiamo ancora mai vista ne conosciamo ogni aspetto come se vi avessimo sempre vissuto. E questo grazie a quei registi che l’hanno filmata in lungo e in largo tracciando i vari aspetti che appartengono al capoluogo californiano e che lo caratterizzano.

Los Angeles è la città del cinema, ma è anche una città multiculturale. Los Angeles città viva ma anche cruda e spietata, a cavallo fra culture diverse e terra di confine.

Parlando di cinema, invece, in questo momento si attende l’uscita di grandi film, come per esempio Joker, premiato con il Leone d’oro al festival di Venezia. Eppure ce n’è un altro che non passerà certo inosservato e che anche lui ha avuto la sua fetta di onorificenze e premi nella città lagunare.

Sto parlando di J’Accuse, il nuovo film di Roman Polanski.

Ritorniamo perciò a parlare del regista franco-polacco Roman Polanski, omaggiato anche nel film di Quentin Tarantino C’era una volta a… Hollywood. In questo frangente, L.A. fu la città che più di tutte dette a Polanski la possibilità di avere grande fortuna e fama. Al contempo, fu la stessa Los Angeles a strappargli tutto ciò che aveva, ovvero la moglie, Sharon Tate, e il figlio che stava per arrivare.

Sharon Tate e Roman Polanski

Vittime dei tempi di grandi trasformazioni e dell’epoca sessantottina, Polanski è egli stesso una vittima. Dopo la strage di Cielo Drive per mano di alcuni adepti della Manson Family, la filmografia di Polanski, già grottesca e tetra nelle opere precedenti, finì con l’assumere tematiche e tonalità ancora più pessimiste, più devote all’oscuro che si cela dietro l’essere umano e ad elementi esoterici che rappresentano parte della sua carriera.

Carriera che si potrebbe benissimo dividere in Prima di Cielo Drive e Dopo Cielo Drive. Con l’atteso J’Accuse forse si potrebbe vedere uno spiraglio di luce, ma bisogna attendere prima di poter giudicare. La cosa certa è che il film parlerà dell’Affaire Dreyfus e questo ci riporta sempre al dramma e alla tragicità della vita che è insita nelle opere di Polanski.

Più da vicino, e tornando a parlare della Los Angeles dai mille volti, non posso non citare quello che per molti, e anche per me, è considerato il canto del cigno nella filmografia del regista: Chinatown. A soli cinque anni di distanza dalla morte di Sharon Tate, nel ’74 Polanski gira un’epopea noir indimenticabile. Dopo questa pellicola, non girerà più negli Stati Uniti e ritornerà in Europa.

Chinatown rappresenta in pieno il dramma di Polanski, la sua concezione rinnovata della vita ma soprattutto il suo stato d’animo ancora devastato e ferito.

Chinatown – La Trama

Chinatown di Roman Polanski

Nella Los Angeles degli anni trenta, l’investigatore privato, nonché ex agente di polizia, Jacob “Jack” Gittes (interpretato da Jack Nicholson) viene incaricato dalla signora Evelyn Mulwray di pedinare suo marito, convinta che abbia un’amante. L’uomo da seguire altri non è che Hollis Mulwray, ingegnere e capo della ripartizione acqua ed energia elettrica della città.

Gittes si mette al lavoro ma, oltre ad una giovane ragazza, scopre ben altro. L’acqua che dovrebbe essere usata per irrigare i campi e abbeverare la popolazione viene misteriosamente gettata in mare durante la notte. Nello stesso tempo, le foto che Gittes manda alla sua cliente vengono pubblicate sui giornali infangando il buon nome dell’ingegnere. E come se non bastasse, si presenta nel suo ufficio la vera Evelyn Cross Mulwray (Faye Dunaway) la quale, scandalizzata per quanto è successo, fa causa all’investigatore.

Gittes vuole vederci chiaro e nell’ufficio della ripartizione chiede di poter parlare con Hollis Mulwray, il quale però non trova. Poco più tardi, nel bacino di acqua dolce, il tenente Lou Escobar, che era stato collega di Gittes quando prestavano servizio nel quartiere di Chinatown, rinviene il cadavere di Mulwray, apparentemente suicidatosi.

Il mistero si infittisce quando ritrovano nei polmoni dell’uomo acqua salata e quando Gittes viene invitato a pranzo dall’ex socio di Mulwray, Noah Cross (John Huston), padre di Evelyn. Quest’ultimo, in contrasto con la figlia, chiede a Gittes di trovare l’amante di Mulwray, convinto che sia proprio lei la responsabile della morte dell’ingegnere.

Dopo essere andato al catasto, scopre che grandi appezzamenti di terra coltivati ad agrumeti sono stati comprati da una società della Valle di San Fernando. Dietro a tutto ciò c’è non solo la costruzione di una diga che eliminerebbe i grandi agrumeti e porterebbe grandi somme di denaro, ma lo stesso Noah Cross.

Dopo aver parlato con Evelyn, Gittes si convince che Mulwray sia stato assassinato dopo aver scoperto tutto questo. La donna, da far suo, nasconde un altro segreto che risolverebbe il caso. Gittes, che vuole sapere la verità, dopo aver passato una notte a letto con Evelyn, quando quest’ultima esce di casa, lui la segue e in una casa dove si era fermata, scopre che è proprio lei a tenere nascosta l’amante di suo marito.

Chinatown, un film di Roman Polanski
John Huston e Jack Nicholson in una scena del film

Alcuni istanti più tardi, dopo averla malmenata, la donna confessa che Noah Cross l’aveva violentata e che quella ragazza non era l’amante di suo marito bensì sua figlia e anche sua sorella. Evelyn inoltre la vuole portare in Messico prima che Cross scopra dove si nasconde e possa portargliela via.

Gittes decide di aiutarla ma nel frattempo la polizia lo rintraccia e vuole spiegazioni. Dopo averli seminati, Gittes si prepara ad un faccia a faccia con Noah Cross nella villa di Evelyn. Prima che l’uomo possa arrivare trova degli occhiali nello stagno di acqua salata del giardino e pensa che siano di Hollis Mulwray. Tuttavia scopre che non erano di Mulwray ma di Cross capendo infine che era stato lui stesso ad ucciderlo annegandolo nel laghetto e trasportandolo in un secondo momento nel bacino di acqua dolce, facendo credere che si trattasse di suicidio.

All’arrivo di Cross, Gittes gli rivela di aver risolto il caso e di volerlo mandare in prigione. Ma Cross, aiutato dai suoi scagnozzi, lo costringe ad accompagnarlo dalla ragazza. Gittes, torchiato, non può far altro che condurli da Evelyn a Chinatown. Una volta lì, viene a sapere che anche la polizia lavora per Cross perciò il suo desiderio di arrestarlo è svanito. Tenta però di salvare Evelyn, ma quest’ultima, impaurita dal padre e nella disperata ricerca di salvare e proteggere la figlia, scappa con la macchina un istante prima che la polizia possa fare fuoco.

Evelyn rimane uccisa e Cross può finalmente mettere le mani sulla ragazza e realizzare il suo sogno di costruire la diga. Gittes, distrutto e senza proferire parola, rivive in quel momento la tragedia che aveva vissuto pochi anni prima, e sempre a Chinatown.

“Lascia perdere Jack, è Chinatown” – dice il suo socio dopo l’uccisione di Evelyn Mulwray

La storia, sceneggiata da Polanski assieme a Robert Towne, descrive una Los Angeles molto lontana da come ci hanno fatto sempre credere. Una città nata sul sangue, sulla morte e sulla corruzione. Nella zona desertica della California sorge una città che, prima di diventare una metropoli, costruì la sua immagine sui delitti e sugli scandali.

Roman Polanski preme proprio su questo fatto, contrapponendo alla città delle luci e delle stelle una città tragica dove tutto può succedere. Durante la lavorazione del film più volte Polanski e lo sceneggiatore Towne si scontrarono ed ebbero delle accese discussioni, proprio perché il regista voleva sottolineare il più possibile il dramma della storia.

Sulla base dei grandi romanzi noir di Raymond Chandler, Polanski dirige un capolavoro immortale che rappresenta un bivio nella sua carriera di regista. Segna il punto di non ritorno nella sua vita. Dopo la morte di Tate, Chinatown è il film giusto per poter dire addio a quell’America piena di opportunità e fama ma anche impregnata di crudeltà e sogni infranti.

Chinatown di Roman Polanski

Con Jack Nicholson, Faye Dunaway nella parte di Evelyn Mulwray e il regista John Huston nei panni dello spietato Noah Cross.

Una delle tante curiosità che si celano nella pellicola ma soprattutto nella lavorazione, riguarda il rapporto che all’epoca c’era tra Nicholson e John Huston. In quel periodo infatti, l’attore era fidanzato con la figlia di Huston, Anjelica. Quando nel film il personaggio di Noah Cross chiede a Jack Gittes se abbia una relazione con la figlia, questo scambio di battute li riportò subito alla vita reale, dando alla scena un tocco più particolare.


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