To Your Last Death – Un’apertura perfetta per il Ravenna Nightmare

Il Ravenna Nightmare Film Fest quest’anno ha aperto i giochi con un’opera singolare e spaventosa che esprime ottimamente gli ideali del Festival, indagando ed esplorando l’oscurità della mente e i limiti del sentimento umano. Un film che si differenzia notevolmente da Le avventure del principe Achmed di Lotte Reineger che aveva aperto la scorsa edizione del Nightmare. Infatti se questo era una dolce storia d’amore pensata per un pubblico molto vasto, quella di quest’anno è un’animazione riservata esclusivamente agli adulti. Si tratta di To Your Last Death, fino alla tua morte. Un film prodotto da Jason Axinn che vanta la partecipazione di alcuni importanti doppiatori (quali Morena Baccarin, William Shatner, Ray Wise, Bill Moseley) a dare voce ai personaggi animati.

L’animazione imita la fumettistica, i personaggi sono piatti, in 2D, proprio come nei fumetti e, nelle prime scene, si muovono da una vignetta all’altra fino alla conquista dello schermo intero. Si perde la suddivisione in vignette ma non la bidimensionalità e la rigidezza dei movimenti dei personaggi; tuttavia l’opera non manca di essere verosimile e intrigante.

To your last death poster
La locandina del film

La protagonista è Miriam Dekalb, sorella maggiore dei quattro figli di uno spietato uomo d’affari che progetta e sperimenta armi per il governo. Armi che sono veri e propri strumenti di tortura che l’uomo non ha paura di testare su vittime innocenti. Sadico non solo sul lavoro, Dekalb ha sempre maltrattato la moglie, motivo per cui i suoi figli si sono allontanati. To Your Last Death prende inizio quando il padre chiama a raccolta i figli all’interno di uno dei suoi edifici. Ha preparato per ognuno di loro una tortura, specificamente pensata in base alle loro debolezze. Qui, l’opera da fumetto prende le sembianze di un videogioco. Durante la prima partita Miriam è l’unica a sopravvivere ma, la morte dei fratelli determina la sua sconfitta. Ha dunque una seconda occasione per vincere, per tornare indietro, giocare di nuovo da capo e, questa volta, conoscendo le regole.

Il gioco si sfuma con la vita reale, Miriam non ha una consolle, Miriam è una donna che ha appena perso i propri fratelli, come fa a tornare indietro? Attraverso l’entrata in scena di un personaggio chiave: il gamemaster, una donna accattivante che dona a Miriam un congegno per ricominciare dall’inizio la partita. Il gamemaster è anche capace di modificare gli elementi del gioco, fare apparire o scomparire oggetti e persone o eliminare gli ultimi cambiamenti realizzati dalla protagonista. Mentre Miriam lotta per salvare i suoi fratelli e se stessa, il gamemaster lavora per fornire divertimento ai suoi clienti. All’intero gioco, infatti, assistono sei personaggi con sembianze di divinità e imperatori antichi. Essi hanno il potere di fermare la partita e di richiedere dei cambi, ma spetta al gamemaster l’ultima parola. Il fine ultimo è il divertimento e, se a fine partita i sei personaggi non sono soddisfatti, l’orologio torna indietro e Miriam deve giocare di nuovo.

Il regista si diverte a creare un mondo di svariate possibilità, una storia dove gli eventi e gli esiti possono cambiare in base alle volontà non tanto di chi gioca ma di chi ha creato il gioco, davanti a degli spettatori impotenti ma estremamente partecipi. Ciò che accade a Miriam si muove tra il drammatico e l’horror e suscita nel pubblico compassione e spavento. Le scene splatter, nonostante si tratti di un’animazione bidimensionale, sono estremamente ripugnanti e fanno agitare lo spettatore e, in alcuni casi, lo convincono ad abbandonare la sala. Inoltre l’opera è piuttosto lunga e il pubblico si sente angustiato, desideroso che la partita giunga al termine, ma i sei personaggi capricciosi continuano a cambiare le carte in tavola e mettere i bastoni tra le ruote a Miriam, al crescere del loro divertimento aumenta l’ansia della protagonista e del pubblico.

Miriam per tutta la vita è stata ossessionata dalla figura spietata e violenta del padre ma la partita che si ritrova a dover giocare cosa c’entra con questo? Forse è una nuova tortura progettata dal padre per il governo? Non si tratta di ciò, sopra a Dekalb c’è un potere ancora più grande, così come lui ha giocato con la vita delle persone ora qualcuno gioca con la sua e con quella dei suoi figli. I sei personaggi personificano il sistema di governo delle società di tutto il mondo (infatti portano i caratteri somatici tipici di diversi continenti) e la loro spietatezza è di molto superiore a quella di Dekalb e il loro unico, futile scopo è il divertimento personale.

I sei personaggi capricciosi che guardano dall’alto e decidono per le vite dei fratelli Dekalb sono metafora del potere, un potere che gioca con le vite di tutti noi.

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