Il Sindaco del Rione Sanità di Mario Martone omaggia l’omonima commedia di Eduardo De Filippo connotandola con la moderna società: quella napoletana prima di tutto. Una società che è molto cambiata da quella nella quale il noto drammaturgo ambienta la sua storia.
Il filo conduttore è la violenza che genera altra violenza. In particolar modo, la sete di giustizia che porta l’uomo del popolo a vendicarsi come meglio crede. Ma non prima di aver conferito con le alte sfere.
Antonio Barracano è un boss illuminato con una fitta schiera di seguaci e sostenitori. Dalla sua casa, egli comanda, dà ordini ma soprattutto consiglia chi da lui cerca una risposta o un aiuto. Gli appuntamenti non cessano nemmeno quando si prende una pausa dalla grande città e si ritira per qualche giorno nella sua villa sul Vesuvio.
Un giorno, dopo aver ricevuto O’Nait e Palummiello, due guappi che avevano litigato tra di loro ed erano arrivati alle armi, Barracano ascolta molto attentamente i problemi di Vicienzo ‘O Cuozzo e Pascale ‘O Nasone e quelli del giovane Rafiluccio Santaniello. Quest’ultimo, accompagnato dalla fidanzata incinta di sette mesi, vuole la benedizione di Barracano per poter uccidere il padre, il fornaio Arturo Santaniello che ha diseredato il figlio e lasciato l’intera azienda e l’intero patrimonio alla nuova compagna.
Il boss, che fa di tutto per riaggiustare le cose tra i due, teme soprattutto che Rafiluccio segua le stesse orme lorde di sangue che lui stesso aveva seguito molti anni prima. Così, fino all’ultimo, farà l’impossibile pur di non portare alla violenza e ad una serie ininterrotta di vendette trasversali.
Nel fare ciò, si affida come sempre all’aiuto del fidato professore Fabio della Ragione.
Il dramma di Eduardo tratta di tematiche che in una città come Napoli sono sempre state all’ordine del giorno. Eduardo cerca solamente di estirpare quella malattia malavitosa e chi se non un boss può parlare mosso dalla ragione. Barracano è un duro, è un uomo potente ma è anche un raziocinante che sa quando è bene fermarsi: quando alla violenza è meglio mettere davanti la ragione.
“L’uomo è uomo quando capisce che ha sbagliato e fa un passo indietro”.
Soffermandoci su Il Sindaco del Rione Sanità di Mario Martone, le cose non cambiano. Attualissimo fino all’ultimo, questo film, che vede come protagonista Francesco Di Leva, si discosta dall’originale solo per l’epoca, gli usi e i costumi di oggi. Ma per il resto, e questo non è un punto a suo sfavore, è molto più simile all’opera eduardiana di quanto si possa pensare.
Barracano naturalmente non è più un vecchio signore in giacca e cravatta. Ora è un tipico prodotto di questa odierna società che ne rispecchia il modo di vestire e di pettinarsi. Ne rispecchia i vizi e vezzi. Ma non ne rispecchia il modo di pensare.
Quello, si è fermato agli anni sessanta. Perché, sono cambiati i tempi ma la violenza, la malavita, le sparatorie, la corruzione, sono sempre le stesse e continuano a logorare la nostra esistenza.
I pensieri scritti da Eduardo non possono essere modificati, perché parlano sempre alla stessa e malata civiltà moderna.
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