40 anni dopo Il Potere deve essere Bianconero (1978) e Ragazzi di stadio (1980), Daniele Segre torna a indagare il mondo degli ultras bianconeri dando vita al racconto corale che compone Ragazzi di stadio, 40 anni dopo, il film documentario sugli ultras della Juventus.
In questo atipico sequel il regista parla con i componenti del gruppo ultras Drughi, storica frangia del tifo bianconero. Il loro regno è il secondo anello della Curva Sud, ieri all’olimpico e oggi allo Stadium.
Quello disvelato dal regista è un mondo fatto di passione, calore, celodurismo e violenza. Il gruppo domina la vita dei sodali, durante la settimana e nel giorno della partita. La Juve come unica missione.
Non importa perdere lavoro, affetti e persino la libertà. Tenere alto il nome e l’orgoglio della Juve, dei Drughi, è più importante. Ieri come oggi. All’Olimpico come allo Stadium.
Il viaggio di Segre si snoda tra i ragazzi da stadio di ieri, i loro ricordi, le loro esperienze, e i ragazzi da stadio di oggi, coi loro sogni e con la loro determinazione. C’è l’ultras finito dentro e aiutato dal gruppo, quello che manca da lavoro per andare in trasferta e quello che vuole, invece, solo fare a pugni con gli avversari.
Ma gli ultras non sono solo questo ritratto superficiale di testosterone e fede accecante. Gli ultras, i ragazzi da stadio, sono molto di più. Sono un’associazione, una comunità, che discute lotta e si impegna su più fronti, anche a livello politico.
Ma prima la Juve, anche della politica.
La passione è sempre a strisce bianconere, accompagna alla vittoria con costanza la propria squadra, ma si siede, quarant’anni dopo, alla parte opposta dell’arco costituzionale. Questa è la più grande differenza tra i ragazzi da stadio di oggi e quelli di quarant’anni fa. Dalla sinistra anarchica, il tifo italico si è spostato sempre più a destra, avvicinandosi e flirtando con movimenti fascisti e neonazisti. I tatuaggi certificano questo sodalizio.
Ragazzi da stadio, 40 anni dopo è un’indagine curiosa e altamente significativa: il mondo ultras in Italia ha legami potenti certificati da diverse inchieste. Conoscerne i protagonisti, i loro sogni e le loro esperienze, apre uno spaccato sulla realtà che tutte le domenica anima gli stadi di tutta la penisola.
Il documentario sugli ultras di Daniele Segre non annoia, diverte e racconta le storie di queste anima passionali con la tecnica dell’intervista singola. Il risultato finale è un affresco corale a tinte bianche e nere, che lega, grazie al tifo, le persone più disparate possibili.
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