Shadow of the Vampire (L’ombra del vampiro) è un film del 2001 diretto da E. Elias Mehrige che ricostruisce le fasi salienti in cui il regista tedesco Friedrich Wilhelm Murnau giró uno dei capolavori del cinema e del genere horror.
Nel 1922 Murnau ha assunto la fama di uno dei più influenti registi del cinema tedesco e mondiale. Si è elevato come uno dei geni dell’arte cinematografica al paro di autori come David Griffith e Eisenstein. Questo grazie ad un film in particolare uscito proprio quello stesso anno: Nosferatu, eine Symphonie des Grauens (in Italia noto con il titolo di Nosferatu Il vampiro).
Un’opera che ben presto rinnoverà le paure dello spettatore degli anni Venti e preparerà il cinema ad una sostanziale mutazione: sia per quanto riguarda le formule narrative sia per le nuove e raffinate tecniche di ripresa. La regia sotto Murnau diventa una lama affilata che penetra nella mente del pubblico, smuovendo le sue sensazioni e gli istinti più reconditi. Nosferatu ne é proprio un esempio.
L’Idea di tale film fu concepita da Murnau durante la giovinezza e gli anni dell’università, ma che si concretizzò definitivamente dopo la lettura del romanzo di Bram Stoker, Dracula. La famiglia Stoker, che non concesse mai a Murnau i diritti del romanzo, portò il regista a cambiare non solo i nomi dei protagonisti ma persino le ambientazioni.
Ecco che il giovane Jonathan Harker diventa Thomas Hutter, Mina diventa Helen e il famigerato Dracula nel suo castello in Transilvania, diventa il Conte Orlok: non più nero di capelli, con il mantello e le sue nobili maniere. Orlok è l’incarnazione più che della malvagità, della paura stessa.
Murnau non perde certo tempo per caratterizzare il suo orripilante personaggio: forse il personaggio più spaventoso di tutto il cinema. Calvo, occhi sgranati, magro e ingobbito. Mani secche, unghie affilate e due incisivi appuntiti come un topo.
Orlok (Nosferatu) è l’essere pestilenziale e diabolico che vive in un antico castello diroccato, e che Hutter va a fare visita per fargli firmare il contratto della sua nuova casa a Brema. Per il giovane ragazzo sarà l’inizio di un incubo che troverà la sua fine solo nel momento in cui la moglie Helen attirerà a sé il vampiro. Quest’ultimo, caduto in una trappola, resterà sorpreso nel sentire il verso del gallo, e le prime luci dell’alba, sentenzieranno la sua fine.
Nessuno potrà toglierci dalla testa l’ombra di Orlok che sale le scale, né il momento in cui si prepara a scendere dalla nave che lo ha portato fino a Brema. Così come nessuno potrà toglierci dalla mente le infinite leggende che ruotano attorno alla pellicole e in particolar modo attorno a Max Schreck: l’attore che interpreta Orlok.
Shadow of the Vampire si basa proprio su questa leggende. Il film di Mehrige porta avanti, pur con una certa ironia, la teoria secondo la quale Murnau abbia ingaggiato non un semplice attore, bensì un vero vampiro offrendogli come ricompensa per il suo lavoro la giovane Greta Schröder, la Helen del film. Teorie che per anni hanno continuato a trapelare anche a causa del nome dell’attore che veste i panni del conte: Max Schreck tradotto letteralmente significherebbe “massimo terrore”.
Pura casualità? Ma certo. Tuttavia il film si diverte lo stesso nel creare una storia che si vero ha veramente poco. Ma la forza del cinema lo si vede anche in questa chicca, interpreta con maestria da grandi attori del cinema americano ed europeo. John Malkovich nei panni di Murnau, Udo Kier in quelli del produttore del film Albin Grau, Eddie Izzard e l’eccezionale Willem Defoe nel ruolo di Max Schreck, grazie al quale ottenne una nomination agli Oscar.
Shadow of the Vampire dimostra come la realtà sia in effetti preda di costanti voci di corridoio, continui pettegolezzi e fra le più intricate leggende. Il finale è un po’ la risposta alle grandi domande che nacquero dopo l’uscita di Nosferatu. Non c’è niente di vero, ma funziona ed è interessante.
Nel film di Mehrige infatti, Murnau e i suoi aiutanti cercano di ammazzare il vampiro ma quest’ultimo più scaltro li uccide una buona parte. Solo Murnau resta vivo: vivo per poter vedere morire la sua creatura. Nella realtà, invece, tutti i membri della troupe ebbero vita abbastanza lunga, eccetto uno. Dopo la sua fuga negli Stati Uniti, Murnau troverà infatti la morte l’11 Marzo 1931 a Santa Barbara in California, a causa di un incidente stradale.
Questo film è un omaggio alla leggenda che si cela dietro Nosferatu, Ma soprattutto è un omaggio a Murnau quale grande innovatore e rivoluzionario.
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