La Favorita

La favorita – Il potere raccontato in modo allegorico e dissacrante

Yorgos Lanthimos, regista greco dissacrante e visionario salito alla ribalta con il film The lobster, ci sorprende ancora una volta e lo fa servendosi di uno stuolo di attrici in stato di grazia. Olivia Colman, vincitrice di un Premio Oscar come Miglior Attrice Protagonista per questo ruolo, interpreta Anna, la regina d’Inghilterra, mentre Rachel Weisz ed Emma Stone, che possono già vantare un Oscar nel loro palmarès, incarnano due ancelle di corte che ambiscono ad entrare nelle grazie della sovrana per ottenere ciò che più desiderano: stiamo parlando del film La favorita.

Sarà una lotta senza esclusione di colpi quella tra Sarah (Weisz) e Abigail (Stone). Le due contendenti non rinunceranno ad infliggersi molteplici colpi bassi e non esiteranno a perdere la propria dignità pur di raggiungere i loro biechi scopi. La pellicola oltre ad essere politically incorrect può vantare un ritmo serrato e dialoghi sferzanti, ed è proprio per tale motivo che questa sorta di Eva contro Eva in chiave settecentesca funziona.

Lanthimos si serve di qualsiasi mezzo che la settima arte gli può offrire per svilire il potere e tutte le sue declinazioni. Non è un caso infatti che a capo dell’Inghilterra sia posta una regina mentalmente instabile e sgradevole di aspetto. L’autore, prendendo in prestito le parole del grande Michael Caine in Youth, è come se volesse rimarcare il fatto che le monarchie sono fragili.

Il film in questione, oltre a presentare delle analogie col più convenzionale Le relazioni pericolose, si serve anche di allegorie efficaci ed ammiccanti che ci fanno ricordare il cinema del nostrano premio Oscar Paolo Sorrentino: i numerosi conigli posseduti dalla regina simboleggiano infatti le numerose paure che la condizionano, ma raffigurano anche il potere e la sua inossidabilità. In una sequenza del film infatti una delle ancelle oserà porre il suo piede su una delle bestiole e conseguentemente subirà l’ira della sovrana Anna che la sottometterà in modo perfido e brutale. D’altronde come asseriva lo storico inglese Edward Gibbon: “Di tutte le passioni e di tutti i nostri appetiti, l’amore del potere è quello di natura più imperiosa ed egoistica, poiché l’orgoglio di un solo uomo esige la sottomissione della moltitudine.”

Correte dunque, qualora non lo abbiate ancora fatto, a vedere il terzo lavoro del regista greco che è stato definito nientepopodimeno che sontuoso, pungente, ironico ed alcuni lo hanno addirittura paragonato al Barry Lyndon del grande Stanley Kubrick.

Sono sicuro che vi divertirete dopo innumerevoli peripezie e molteplici inganni a scoprire chi sarà alla fine La favorita.


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