Nel 2019 è finalmente uscito Find me (Cercami) di André Aciman, l’atteso sequel di Call me by your name (Chiamami col tuo nome). Se il primo libro metteva in scena il ritratto dell’intimità nella sua forma più vera, il secondo la riprende per metterla in gioco nella trama intrecciata dal tempo e dalla distanza.
Il romanzo si divide in quattro parti, ognuna dedicata a determinati personaggi che vivono episodi legati in ordine cronologico.
Il primo protagonista che incontriamo è Samuel, il padre di Elio. Si sta recando a Roma in treno per tenere una conferenza e per incontrare il figlio. Tra i sedili della carrozza fa la conoscenza di Miranda, una bella ragazza molto più giovane di lui che stravolgerà completamente la sua vita.
La seconda parte è consacrata a Elio. Si è trasferito a Parigi dove insegna al conservatorio. La sua strada si incrocerà con quella di Michel, un affascinante avvocato che ha il doppio dei suoi anni. Il rapporto che costruisce con lui non fa altro che rafforzare la convinzione del suo legame inscindibile con chi non aveva mai dimenticato dopo quell’estate in Riviera.
Oliver continua a svolgere la sua vita da accademico in America, al fianco della moglie. Sono passati anni ormai, ma il suo pensiero lo riporta sempre in Italia. Sarà il momento di prendere una decisione necessaria?
Se devo essere sincera, non posso dire di essere soddisfatta del libro. Non è all’altezza del precedente. Ritroviamo i personaggi principali, i vortici di pensieri e le emozioni. Gli spunti fondamentali che caratterizzavano il primo romanzo, appaiono inalterati. La letteratura ricopre sempre un ruolo consolatorio, resta un appoggio incontestato, e la musica lega le persone, facendo saltare le distanze. Ciò che manca è quel ritmo narrativo e quel senso di sospensione travolgenti che avevano segnato Call me by your name, in cui dominavano una fluidità e una delicatezza che nel sequel sembrano danneggiati. Nel secondo romanzo si continua comunque l’esplorazione minuziosa della profondità dell’amore, ma è come se avesse un sapore diverso, malgrado la forza immutata del sentimento.
Ciononostante, l’eleganza della scrittura di André Aciman rimane intatta. Attraverso questa lo scrittore riesce a disegnare la vera essenza dei contatti umani, nella loro forma completa e desiderata. Si mostra al lettore quanto l’arricchimento che si trae da una semplice conversazione con un’altra persona possa essere importante: allarga i nostri orizzonti, risveglia sensazioni che si credevano sepolte e fa riaffiorare ricordi che, in realtà, non si erano affatto sbiaditi.
In conclusione, se siete rimasti legati nostalgicamente ai personaggi, agli scenari e alle emozioni del primo libro, allora mi sento di scoraggiarvi dalla lettura di Cercami. Non vale la pena disturbare il ricordo di una narrazione che non aveva bisogno di essere continuata, era già completa di per sé, compiuta. Al lettore erano stati lasciati i giusti strumenti per poter immaginare, in autonomia, dei risvolti possibili della storia.
Al contrario, se avete voglia di immergervi di nuovo nei meandri vorticosi dei pensieri dei protagonisti e nei termini sempre così azzeccati e forti di André Aciman, in tal caso dovete leggerlo. Il linguaggio è il principale elemento da apprezzare in questo romanzo: colto, ricco e mai banale, azzarderei potente. Anche in questo secondo romanzo l’autore fa uso di espressioni e dà vita a dei discorsi che si imprimono nella mente di chi legge. Nelle sue parole ci si perde piacevolmente.
Cercami è disponibile su Amazon, versione cartacea, e in formato Kindle e Audible narrato da Riccardo Rovatti e Andrea Oldani.
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