Andrea Zaccariello, già regista di film come Boom (1999) e Ci vediamo domani (2013), si cimenta con Non sono un assassino (2019) per la prima volta col genere thriller, ma nonostante il cast all star che comprende autentici fuoriclasse dell’attuale panorama cinematografico italiano come Riccardo Scamarcio, Alessio Boni, Edoardo Pesce e Claudia Gerini, i risultati sono modesti. Zaccariello stenta a dare alla propria opera una vera e propria personalità ed è reo di dosare male gli ingredienti che ha a disposizione finendo per offrire allo spettatore un film velleitario.
La trama è incentrata sulla pesante accusa mossa dall’inflessibile PM Paola Maralfa (Claudia Gerini) ai danni del funzionario di polizia Francesco (Riccardo Scamarcio), incriminato per il presunto omicidio dell’amico fraterno Giovanni (Alessio Boni), un eccellente giudice che da anni combatte con successo la criminalità organizzata. Francesco come avvocato sceglierà Giorgio (Edoardo Pesce), anche lui amico di vecchia data che a causa della sua evidente fragilità è diventato un alcolizzato cronico che riesce a malapena a lavorare.
Non sono un assassino vorrebbe riecheggiare capolavori senza tempo come Il padrino di Francis Ford Coppola e C’era una volta in America di Sergio Leone ma finisce per scimmiottarli, svilendo il talento dei suoi interpreti. Nonostante la presenza di un’eccellente fotografia, sequenze dense di pathos, notevoli colpi di scena e temi molto stimolanti e scottanti come l’amicizia, la mafia e la tentazione del demonio, il seguente lungometraggio, tratto dall’ottimo e omonimo romanzo di Francesco Caringella, non decolla mai e si perde in un bicchier d’acqua a causa di eccessive sottotrame e buchi di sceneggiatura che non passano inosservati, fino ad arrivare ad un’incomprensibile scena finale che risulta veramente fuori luogo.
Mi congedo ponendovi la seguente domanda molto pertinente col significato del film: “Esiste il demonio?”
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