Ancora una volta grazie alla pagina Conte Raffaello “Lello” Mascetti, che tiene vivo e tangibile il ricordo di Amici Miei e della commedia italiana, è possibile rivedere il corto del 2010 ideato e prodotto da Francesco Conforti, L’ultima zingarata – un funeralone da fargli pigliare un colpo, per la regia di Federico Micali e Yuri Parrettini.
Si tratta di uno dei più sentiti omaggi a un classico del cinema italiano. Un omaggio caloroso a Mario Monicelli, agli interpreti sopravvissuti, anche quelli scomparsi, e alla città di Firenze, luogo che è vera scenografia del capolavoro incentrato sulle sui cinque bischeri e sulle loro zingarate.
In maniera particolare, il corto è un sentito pensiero d’amore verso il mitico e mitologico, come i suoi amici, personaggio di Giorgio Perozzi Giornalista. Il Perozzi per i colleghi e gli amici stretti: il primo deceduto fra i cinque e interpretato dal grandissimo Philippe Noiret. Quello con il figlio senza il senso dell’umorismo (anzi, col senso di rompere coglioni) e quello con la moglie che è una bestiaccia.
L’idea nasce proprio dalle ultime immagini che chiudono il primo episodio della trilogia. “Come vorrei che venisse fuori un funeralone da fargli pigliare un colpo a quelli. E migliaia di persone e tutte a piangere. E corone, bande, bandiere, puttane e militari”. Queste sono le parole che in un momento di sconforto il Melandri rpiange, vedendo il povero Perozzi morto e già dimenticato.
Proprio da queste parole, che poi sono la filosofia del dramma di Monicelli, i due fiorentini decidono di mettere in scena un funerale come avrebbe voluto il Melandri. Davanti alla chiesa di Santo Spirito, centinaia di persone fra cheerleaders, girovaghi, clown, puttane, bande, militari, uomini di classe, straccioni e chi più ne ha più ne metta. Una sfilata che si conclude con la scena del righi davanti al carro funebre e una risata generale che chiude questo magnifico tributo.
A fare da contorno a L’ultima zingarata,le testimonianze simpatiche di coloro che presero parte al film del 1975. Mario Monicelli, Gastone Moschin, Milena Vukotic, Chiara Rapaccini e Claudio Prandelli. Tutti a rendere omaggio al film, ma soprattutto, come già accennato, all’uomo Perozzi. Un giornalista stufo e annoiato, di certo non un marito e padre modello. Colui che fece morire la moglie del fornaio, sua amante, per trombarla meglio. Forse non il migliore degli esseri umani, ma, come i suoi compagni di avventure, sempre un uomo che alla fine chiede solo di essere amato.
“Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione!”
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