“Le donne devono sempre ricordarsi chi sono, e di cosa sono capaci. Non devono temere di attraversare gli sterminati campi dell’irrazionalità, e neanche di rimanere sospese sulle stelle, di notte, appoggiate al balcone del cielo. Non devono aver paura del buio che inabissa le cose, perché quel buio libera una moltitudine di tesori. Quel buio che loro, libere, scarmigliate e fiere, conoscono come nessun uomo saprà mai.”
Voglio partire da queste bellissime parole dell’indimenticata scrittrice inglese Virginia Woolf per parlarvi di Brave ragazze, una commedia all’italiana a tinte gialle tutta al femminile diretta da Michela Andreozzi, la quale, al suo secondo film da regista, si disimpegna molto professionalmente offrendo al pubblico un’opera che diverte, commuove e fa riflettere.
La regista di Nove lune e mezza realizza un vero e proprio film femminista denunciando le violenze e i soprusi a cui purtroppo sono soggette molte donne. La vicenda, realmente accaduta, si svolge negli anni ’80 e racconta le vicissitudini di quattro amiche in gravi difficoltà sentimentali ed economiche che per sbarcare il lunario decideranno di fare una rapina travestendosi catarticamente da uomini.
Anna (Ambra Angiolini), è una donna giovane e bella che ha due figli e vive ancora con la madre Lucia (Stefania Sandrelli) a causa della grave indigenza economica in cui versa, Francesca (Ilenia Pastorelli) è una ragazza lesbica molto irrequieta che dietro un’apparente aggressività cela un profondo disagio e molte insicurezze mentre la sorella Caterina (Silvia D’Amico) sogna di fare l’Università a Roma ma suo malgrado la sua attuale situazione economica non glielo consente. Infine abbiamo Maria (Serena Rossi), una donna sistematicamente maltrattata dal marito e vessata continuamente dalla madre.
I personaggi maschili non mancano, abbiamo infatti un giovane ed aitante commissario di polizia interpretato da Luca Argentero che si invaghirà della bella Anna e un esilarante parroco incarnato dal bravissimo Max Tortora.
Michela Andreozzi cita palesemente nel titolo il capolavoro scorsesiano Quei bravi ragazzi e con l’ausilio di Alberto Manni in fase di sceneggiatura partorisce uno script pieno di colpi di scena e di sequenze dense di pathos.
Brave ragazze è un film che cavalca l’onda del me too e dosa bene gli ingredienti a sua disposizione offrendo allo spettatore un’ora e mezzo di buon intrattenimento non fine a se stesso. Le quattro interpreti sono molto brave e riescono a dare spessore ai personaggi che interpretano eludendo il facile macchiettismo. Gli stessi Luca Argentero e Max Tortora se la cavano egregiamente nel rappresentare due uomini giusti che non si fermano alle apparenze ma riescono ad andare oltre.
In conclusione se cercate una commedia rilassante che sfati i tabù e che riesca a non cadere in banali cliché questa opera seconda di Michela Andreozzi è ciò che fa per voi.
Mi congedo con le seguenti parole della diva senza tempo Marylin Monroe perfettamente in linea col significato del lungometraggio in questione: “C’è un momento in cui devi decidere: o sei la principessa che aspetta di essere salvata o sei la guerriera che si salva da sé… Io credo di aver già scelto… Mi sono salvata da sola.”
E voi fate come Marylin! D’altronde non conviene sempre fare le brave ragazze.
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