Quelle strane occasioni. Il sesso è l’argomento tabù di questa pellicola. Una tematica che è sempre bene trattare con i guanti e in punta di piedi. Pensano alcuni. Andarci giù pesanti è invece la politica di altri che dedicano a questo ambito interi film, opere teatrali o spettacoli e sempre con spirito dissacrante.
Quelle strane occasioni tratta la materia del Sesso attraverso gli occhi e il pensiero di tre grandi registi italiani. Nanni Loy, Luigi Magni e Luigi Comencini fanno della sessualità, e dei diversi modi di esprimerla, il vero protagonista di questa chicca del 1976.
A fare da spalla al caldo e scottante argomento, attori ormai all’apice del successo. Paolo Villaggio, di ritorno da Fantozzi, Nino Manfredi che continua a salire la china della fama, e poi Albertone Sordi Nazionale che è sempre una garanzia per il grande pubblico. Tre mostri di bravura per tre episodi uno più diverso dall’altro. A fare da collante, l’innominabile tema che ancora oggi è sintomo di discussione.
Italian Superman (Nanny Loy, Paolo Villaggio)
Tratto da una storia vera, all’inizio dei titoli di testa viene firmato da Anonimo. Loy, perché altri non può essere, decide di non firmare col suo nome per paura di essere poi inseguito dalla legge. In effetti, il suo, è un episodio che fa scalpore e ha destato sconcerto, specialmente nella parte cattolica del paese.
Il protagonista è Paolo Villaggio, l’emigrato ad Amsterdam che vende castagnaccio guadagnando praticamente una miseria. Giobatta, in compenso, è ben dotato sotto le mutande e usa questo suo pregio per calmare i bollenti spiriti della moglie che è sempre incazzata e delusa.
Sarà proprio questa dote che lo porterà a calcare i palcoscenici dei club notturni della città, esibendosi in spettacoli porno che gli danno grande notorietà: specie fra gli italiani. Quando non riuscirà più ad avere l’erezione, Giobatta diventerà il portiere del night, e sua moglie prenderà il suo posto come star dello spettacolo.
Il cavalluccio svedese (Luigi Magni, Nino Manfredi)
Magni affronta il tema in maniera più delicata. Usa infatti il gentiluomo Manfredi, ora padre di famiglia che si ritrova a conoscere gli sconosciuti modi di fare degli svedesi.
Lasciato solo in casa dalla moglie e dalla figlia, viene raggiunto un fine settimana, e per sua grande sorpresa, da Cristina, la figlia di un suo caro amico che, con il fidanzato, intendono visitare l’Italia. Non avendo posto per il ragazzo, Antonio ospita solo la ragazza, che conosce sin da quando era una bambina.
Egli è un uomo retto e fedele, che non si scioglie difronte ai modi liberi di Cristina. Quando quest’ultima, e con molta naturalezza, gli racconta che il padre una volta era andato a letto con sua moglie, Antonio cede, e passa con lei la più bella notte di sesso delle sua vita.
L’ascensore (Luigi Comencini, Alberto Sordi e Stefania Sandrelli)
Anche la chiesa fa la sua comparsata in questo film. Più precisamente nell’episodio diretto da Comencini e sotto forma di monsignore integerrimo e pastore di anime.
Alla vigilia di Ferragosto, il monsignor Ascanio La Costa, ovvero Sordi, si sta dirigendo in una zona periferica di Roma per far visita ad una carissima fedele. Mentre si sta dirigendo a prendere l’ascensore, incontra la giovane Donatella (Stefania Sandrelli), che mal sopporta i preti. Mentre stanno salendo, l’ascensore si blocca e i due sono costretti a restare chiusi li dentro per due giorni.
All’inizio Donatella non vuole dare confidenza al prelato ma poi, a poco a poco, si sentirà libera di raccontare al monsignore i suoi segreti e le sue esperienze sessuali. Il monsignore, allo stesso tempo, userà tutta la sua bonarietà e comprensione, per farsi la giovane ragazza. Alla fine dell’episodio si scopre che la fedele dalla quale il monsignore sta andando, è in realtà la sua amante.
Questo terzo e ultimo episodio, per mancanza di fondi, fu girato interamente in un ascensore, ed è diventato di per sé, un cult eccezionale, con un Alberto Sordi fuori dalle righe, a sua volta spalleggiato da una bravissima Stefania Sandrelli.
Quelle strane occasioni è un film che va assolutamente visto. Opera scomoda per i costumi dell’epoca, è ora un capolavoro del cinema italiano.
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