Una donna può tutto, di Ritanna Armeni

Una donna può tutto – La storia vera delle Streghe della notte

Qualche volta la storia ci sorprende, soprattutto quando ce la raccontano tutta, per come è andata, senza demagogie e sovrastrutture mistificanti, e senza omissioni.

Peccato che questo sia accaduto e continui ad accadere raramente, come ci dimostra Una donna può tutto, il libro che narra la storia vera delle Streghe della notte, ragazze russe, giovanissime, che durante la seconda guerra mondiale scelsero, ed ottennero da Stalin, di andare al fronte per difendere la loro amata patria.

Appena si comincia a leggere questa ricostruzione rispettosa, delicata ed emozionante della loro affascinante vicenda, non si può non rimanere sconcertati dal constatare che di queste Streghe non se ne fosse mai sentito parlare. E non è possibile non chiedersi: perché? Perché certe fatti della storia, tra l’altro tanto interessanti, non vengono trasmessi e valorizzati? Non sarà mica perché sono storie di donne?

Questo interrogativo risulta pienamente, al temine del racconto, molto più che un sospetto. L’autrice lo mette in evidenza, se ne sgomenta e rattrista, come la protagonista indimenticabile della vicenda, Irina, l’ultima strega in vita, che con i suoi racconti inframmezzati da pause per il tè, svela con la caparbietà ed accuratezza che solo una donna può avere, una vicenda che il mondo, maschile e femminile, ha il diritto di conoscere.

Il diritto.

Come le Streghe, viene da chiedersi con rabbia, quante altre eroine che hanno potuto, che hanno saputo fare tutto, ci sono state negate da un storia scritta solo al maschile?

Ma il messaggio del libro non è questo, almeno, non solo questo.

È, innanzitutto, quello racchiuso nella frase che le Streghe si ripetono tra loro come un mantra e che dà il titolo all’opera, Una donna può tutto, parole che, vista la storia qui narrata, assumono un livello di veridicità inatteso anche per la più accanita delle femministe.

Queste donne, infatti, hanno fatto la guerra, ma non come crocerossine o infermiere, ma come militari, come aviatrici, come combattenti. E hanno caricato bombe su piccoli aerei, li hanno guidati nella notte e in mezzo alle intemperie, hanno colpito obiettivi strategici, sono morte nel cielo trasformandosi in torce umane, o hanno visto le loro compagne bruciare davanti a loro fendendo la notte come stelle cadenti.

E tutto questo lo hanno voluto fare con tutte le loro forze, non costrette, dunque, come molti uomini, ma, anzi, dovendo prima lottane per vedersi concessa la possibilità di arruolarsi.

Sì, è una storia davvero incredibile che avevamo il diritto di conoscere, grazie Ritanna Armeni per avercela regalata.


Pubblicato

in

da

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *