Saludos amigos è un film prodotto da Walt Disney nel 1942. Diretto da Wilfred Jackson, Jack Kinney, Hamilron Luske e Bill Roberts. Quattro registi per quattro storie che si susseguono una dopo l’altra, dando vita a quello che viene definito film collettivo. Walt Disney produrrà tra il 1942 e il 1949 ben sei opere di questo genere: Saludos Amigos (1942), I tre caballeros (1944), Musica Maestro (1946), Bongo e i tre avventurieri (1947), Lo scrigno delle sette perle (1948) e Le avventure di Ichabod e Mister Toad (1949).
In Saludos Amigos le quattro narrazioni messe in scena sono tutte ambientate in America Latina. I disegnatori di Disney decidono di compiere un viaggio alla ricerca di nuove ispirazioni per i loro disegni. Raggiungono il Perù, il Chile, l’Argentina e infine il Brasile e in ognuno di questi paesi è ambientata una storia.
Il primo racconto vede come protagonista Paperino che, giunto in Perù, interpreta il ruolo di un turista nordamericano sul lago Titicaca. I paesaggi naturali del paese sono presentati con grande incanto. Il regista pone particolare attenzione al fascino che suscita l’altezza dell’altopiano andino. Paperino soffre di mal di montagna: fatica a respirare e il cuore gli batte all’impazzata. Essendo tornata recentemente da un viaggio a Bogotà, posso confermare che sull’altopiano andino ci sentiamo tutti un po’ come Paperino.
Il Perù viene presentato in modo amabile. Le persone vengono descritte come intelligenti e curiose. Si pone l’accento sui colori delle vesti e dei mercati, sull’allegria e sulla semplicità del lavoro nei campi e sul lago Titicaca. Il tutto culmina in una simpatica scena pensata per i più piccoli in cui Paperino è alle prese con un lama, animale simbolo del paese.
Tutta la narrazione alterna momenti di animazione alla comparsa di disegni che ritraggono la popolazione peruviana, gli animali o il paesaggio. Questi quadretti vogliono mostrare gli schizzi che i disegnatori della Disney hanno realizzato durante la loro permanenza in Perù. Allo stesso tempo sembrano delle vere e proprie cartoline del paese. Tra questi, i ritratti dei lama sembrano anticipare i disegni de Le follie dell’imperatore del 2000.
Il viaggio in Perù termina e compaiono sulla scena degli attori in carne ed ossa che salgono su un areo diretto a Santiago de Chile. Tuttavia, la seconda storia non parla del Chile ma di un giovane aeroplano. E’ proprio sull’aereo, infatti, che ai disegnatori viene in mente di creare questo personaggio.
Pedro è un piccolo aeroplano che va a scuola, studia storia e geografia. Un giorno, deve sostituire la madre in un viaggio fino a Mendoza. Nonostante sia giovane e inesperto Pedro porta a termine la traversata. Come un bambino si lascia distrarre dagli uccelli e spaventare dalle altissime montagne delle Ande.
Anche qui non mancano scene pensate per emozionare i più piccoli spettatori. L’ aeroplanino è forte e coraggioso e la sua missione è avvincente e capace persino di generare suspense e tensione. Tuttavia il finale è ironico e sembra screditare l’impresa del giovane Pedro che ha rischiato la vita non per trasportare un importantissimo pacco come si pensava, bensì una semplicissima cartolina di saluti.
Di nuovo attori reali prendono l’areo per recarsi, questa volta, in Argentina. Qui la città viene mostrata usando riprese reali delle strade, delle persone e persino delle tradizioni e del folklore di Buenos Aires. I disegnatori di Walt Disney vengono invitati nello studio del pittore argentino Molina Campos che mostra loro i suoi dipinti del gaucho. Il gaucho è una sorta di cowboy che vive nella famosa Pampa argentina. Di nuovo una registrazione dal vivo mostra i costumi tipici del gaucho: gli indumenti, la tradizione dell’asado (la grigliata di carne di bovino) e i balli tipici.
Inizia poi l’animazione della quale è protagonista Pippo nei panni di un gaucho argentino. Questa è forse la più divertente delle quattro storie. Con grande ironia viene mostrato Pippo intento a sellare il suo cavallo e a preparare la carne alla griglia che mangia infilzandola con una spada. Lo sbadato personaggio finisce per mordere la spada invece che la carne così come nella scena successiva in cui cerca di catturare uno struzzo e cattura, invece, sé stesso.
Oltre ad essere estremamente simpatico questo racconto argentino è anche molto folclorico. Pippo, nella solitudine della Pampa, è da solo con il suo fedele cavallo. Sotto le stelle i due compagni suonano musica tipica argentina e ballano le danze popolari. Largo spazio, dunque, è dato all’elemento culturale e il giudizio sull’Argentina è più che positivo. Anzi, la cultura argentina sembra essere assimilata a quella statunitense attraverso il paragone tra il gaucho e il cowboy texano.
Di nuovo si prende il volo: direzione Rio de Janeiro. Il Brasile viene rappresentato attraverso l’uso di un’animazione spettacolare, realizzata ad acquarello. Un pennello si muove sullo schermo e da esso scaturiscono immagini e colori, realizzando un grande omaggio alla cultura, al paesaggio, alla fauna, alla flora e alla musica brasiliana.
In questo meraviglioso susseguirsi di schizzi appare Paperino. Paperino incontra Josè Carioca, un pappagallo che diventerà uno dei personaggi animati più famosi e apprezzati in Brasile. Josè parla in portoghese e accompagna Paperino allo scoperta di Rio de Janeiro. Paperino, anche se non capisce le parole del nuovo compagno, decide di seguirlo. I due bevono la cachaca e ballano la samba. La storia si conclude con uno scatenato ballo sulle note di Aquarela do Brasil.
Le quattro storie presentano un Sud America da cartolina. Sembrano quasi delle pubblicità per turisti. Effettivamente, ancora oggi, guardando questo film Disney allo spettatore viene voglia di andare a scoprire i paesi rappresentati. Per tutti e quattro si mettono in risalto gli stessi elementi: le danze popolari, gli animali e l’ambiente naturale.
Il più dissimile è il secondo racconto, quello dell’aereo Pedro, che non mostra il Chile come un paese ricco di natura e cultura da visitare ma semplicemente racconta di un volo. Forse vuole suggerire che per un turista statunitense il Chile non è consigliato come gli altri paesi sudamericani.
In ogni caso, l’elogio all’America Latina è davvero sorprendente se si considera che spesso il cinema americano fa largo uso di stereotipi per rappresentare gli altri. Qui, invece, è evidente la volontà di mostrare le bellezze reali di questi paesi tanto che in alcuni momenti Saludos Amigos sembra assumere le caratteristiche di un documentario.
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