Marino Spada (Carlo Verdone) è un ragazzo insicuro di se stesso che è rimasto ancorato ad un vecchio amore giovanile per la cugina Rita (Paola Onofri) mentre Glauco Sperandeo (Enrico Montesano) rappresenta il classico romano indolente e caciarone dal cuore d’oro. I due si conosceranno durante le selezioni per l’arruolamento nell’Arma in quanto hanno deciso entrambi di fare il carabiniere per dare una svolta alle loro grame esistenze. Questa è la trama de I due carabinieri, vero e proprio gioiellino verdoniano datato 1984.
L’ alchimia tra i due è straordinaria: Verdone incarna il classico ragazzo complessato e sospettoso nei confronti del prossimo mentre Montesano risulta essere goliardico e genuino. Sono un’ accoppiata perfetta che, come nella migliore tradizione della gloriosa commedia all’italiana, vede contrapposte due personalità agli antipodi. Completano il cast una deliziosa Paola Onofri nei panni della cugina di Marino e un Massimo Boldi sorprendente che interpreta con efficacia un uomo che non è riuscito a crescere.
Come in tutte le opere che ha diretto, anche ne I due carabinieri Verdone va oltre riuscendo a dare spessore e profondità a dei personaggi che più che su presunti assassini o furti indagheranno su loro stessi.
Nel film non mancano scene esilaranti in cui i due artisti romani esprimono tutto il loro straordinario e consolidato talento comico, dando vita a duetti spassosi.
A sequenze ad alto tasso di comicità se ne alterneranno altrettante drammatiche in cui Verdone mostrerà agli spettatori che i carabinieri sono gli unici che in tempo di pace fanno la guerra. Ne I due carabinieri assistiamo, infatti, anche a scene d’azione notevoli che comprendono inseguimenti alla Starsky & Hutch, pertinente a tal proposito risulta essere l’esilarante dialogo tra i due protagonisti:
“Glauco: Oh semo forti, a Marì… Ma lo sai chi siamo noi? Nun ce ferma nessuno, noi semo Starsky e Hutch, i due carabinieri americani.
Marino: No, io e te semo Stanlio e Ollio, è quella la cosa grave.”
A seguito dei copiosi incassi dell’opera due anni dopo il regista Maurizio Ponzi tenterà un’operazione simile realizzando Il tenente dei carabinieri con Montesano, Manfredi e Boldi come protagonisti. Ma il film, pur risultando apprezzabile, non riuscirà a ripetere l’exploit de I due carabinieri.
Negli anni ’80 il cinema italiano ha sfornato diverse pellicole sui carabinieri come I Carabbinieri, Carabinieri si nasce e I carabbimatti fra i tanti, tutte mediocri farse sboccate, condite da squallide e sterili battute da caserma.
Il regista de Compagni di scuola e Maledetto il giorno che ti ho incontrato invece, con l’ausilio dei fidi Benvenuti e De Bernardi in fase di sceneggiatura, ha il merito di realizzare una pellicola solida e matura che omaggia il lavoro, spesso vituperato, di persone che rischiano la vita tutti i giorni per difendere il proprio amato paese.
Mi congedo con il seguente aforisma ermetico del compianto scrittore statunitense Ernest Hemingway, significativamente correlato al significato intrinseco de I due carabinieri: “Il modo migliore per scoprire se ci si può fidare di qualcuno è di dargli fiducia.”
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