A distanza di dieci anni da Scarface il talentuoso regista Brian De Palma realizza un indimenticabile gangster a tinte drammatiche, Carlito’s Way, che vede come protagonista indiscusso Carlito Brigante (Al Pacino), un ex malavitoso che una volta uscito dal carcere tenterà di cambiare radicalmente vita.
Carlito cercherà così di risparmiare il denaro necessario per trasferirsi in un’isola dei Caraibi con l’obiettivo di rilevare un autonoleggio. Nel corso della vicenda le sue azioni verranno fortemente condizionate dalla presenza dell’amata Gail (Penelope Ann Miller) e dell’avvocato David Kleinfeld (Sean Penn), il quale è riuscito a far uscire in anticipo Carlito dal carcere.
Carlito Brigante è l’antitesi di Tony Montana, mentre il primo cerca redenzione ed è al crepuscolo della sua carriera criminale, di Montana vediamo l’ascesa e l’acme della sua attività di spaccio internazionale di cocaina.
Carlito’s Way si apre con la voce fuoricampo di un Carlito morente, espediente narrativo già utilizzato in veri e propri capolavori della Settima Arte come Viale del tramonto. Il premio Oscar Al Pacino è straordinario, la sua recitazione è intensa e misurata allo stesso tempo, lo spettatore per forza di cose si trova ad entrare in simbiosi con questo ex spacciatore pentito. Menzione speciale al nostrano Giancarlo Giannini, storico doppiatore di Pacino che rappresenta un valore aggiunto nelle performance dell’attore statunitense. Sean Penn dal canto suo è sublime nel tratteggiare un personaggio borderline avido e cinico che cederà al fascino della malavita. La stessa Penelope Ann Miller è dolce e affascinante al punto giusto nell’incarnare la seconda opportunità di Carlito.
Uscito al cinema nel 1993 Carlito’s Way, basato sull’omonimo romanzo e sul libro After Hours, ottenne un grande successo sia di critica che di pubblico e ricevette una candidatura ai David di Donatello per il Miglior Attore Straniero ad Al Pacino e due candidature ai Golden Globe rispettivamente per il Miglior Attore Protagonista e il Miglior Attore Non Protagonista.
Il regista de Gli intoccabili e Carrie – Lo sguardo di Satana realizza 144 minuti di cinema allo stato puro in cui non mancano sequenze spettacolari dal forte impatto emotivo. L’inseguimento finale è da antologia: Carlito fugge, fugge per andare incontro ad un futuro luminoso con l’amata Gale e il bambino che porta in grembo. Riuscirà a scappare? Questo non posso dirvelo, posso invece asserire che Carlito’s Way è un’opera imperdibile nella quale il protagonista corrisponde ad un anti-eroe romantico e foscoliano che cercherà la strada per la redenzione.
Mi congedo con il seguente aforisma ermetico del celebre e indimenticato scrittore russo Fëdor Dostoevskij, significativamente correlato al significato intrinseco del film in questione: “Chi si pente ama. E amando, appartiene già a Dio.”
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