Il papà di Giovanna è un film scritto e diretto da Pupi Avati nel 2008. Presentato alla Mostra di Venezia, il film racconta dello stretto legame tra un padre e la sua difficile figlia.
Siamo nella Bologna di fine anni Trenta e Michele Casali è professore nello stesso liceo frequentato dalla figlia Giovanna. Tra i due c’è un rapporto molto stretto, quasi morboso, che tende a tenere fuori la madre di lei, Delia, la quale si sente esclusa.
Giovanna è una ragazza difficile, che ha difficoltà ad inserirsi tra i suoi compagni di scuola. Il padre così chiede ad Andrea, un suo studente, di uscire con la figlia in cambio della promozione sicura. Quando però ad una festa di compleanno a casa di Marcella Traxler, figlia di un Senatore, vede ballare l’amica con Andrea inizia a bere fino a ubriacarsi cercando di costringere i ragazzi a ballare con lei.
Qualche giorno dopo Marcella viene trovata morta nello sgabuzzino della palestra del liceo. Le indagini riveleranno che ad ucciderla è stata proprio Giovanna, gelosa della sua relazione con Andrea.
A seguire le indagini del caso c’è Sergio Ghia, commissario della Polizia caro amico dei Casali e loro vicino di casa. Fin da subito aiuta la famiglia e Giovanna, sia durante lo svolgimento delle indagini che dopo, quando si arriverà al processo.
Nonostante l’efferato delitto Michele continua a rimanere vicino alla figlia, mentre la madre se ne allontanerà sempre di più.
Il papà di Giovanna è interpretato da Silvio Orlando, che per la sua interpretazione è stato insignito della Coppa Volpi. Orlando restituisce tutta la sofferenza e il dolore di un padre nello scoprire le colpe della figlia. Michele si sente quasi responsabile in prima persona per la morte della ragazza, non essendo riuscito a guidare al meglio la figlia. L’arresto e il processo di Giovanna sono però occasioni per cercare per quanto possibile di sistemare le cose. Da buon padre, non fa mancare il proprio appoggio e il proprio aiuto alla figlia.
Giovanna è invece interpretata da Alba Rohrwacher, che per questo ruolo vince il David di Donatello nel 2009 come Miglior Attrice Protagonista. La Giovanna di Alba Rohrwacher è una ragazza turbata, che fa fatica a relazionarsi secondo le norme della socialità comune. Si innamora di Andrea, con la quale era uscita qualche volta grazie all’intervento del padre, ma lui non ricambia. Andrea è infatti legato a Marcella, che Giovanna vede come l’unico ostacolo verso la sua storia d’amore e la sua felicità.
Nel cast figura anche Ezio Greggio, che si cala egregiamente nella drammatica veste di un commissario di polizia. Fedele al fascismo e al Duce e l’unico personaggio che scandisce il tempo della Storia con i suoi commenti e racconti.
Il rapporto con la Storia è tra i lati più interessanti del film di Pupi Avati. L’ambientazione a cavallo della Seconda Guerra Mondiale infatti fa solo da sfondo al soggetto e non ne snatura l’essenza. Il rapporto tra Michele e sua figlia sarebbe stato lo stesso in qualsiasi altra epoca e luogo. Il loro forte legame, quello che ci può essere tra un padre e sua figlia, si rivela indissolubile.
L’evolversi della situazione politica, con le leggi razziali, l’entrata in guerra, l’armistizio e poi la liberazione sono quasi evanescenti nonostante abbiano segnato in maniera così decisa la vita di milioni di persone. Michele e Giovanna però ne sono quasi immuni. Ogni giorno, nonostante i bombardamenti e la guerra civile, Michele si presenta al manicomio criminale di Reggio Emilia per stare con sua figlia.
Ogni giorno Michele continua ad essere il papà di Giovanna.
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