“I sogni son desideri di felicità” così canta Cenerentola all’interno dell’omonima pellicola. Ma deve essere anche stato quello che canticchiava speranzoso Walt Disney, prima di portarla sul grande schermo.
Cenerentola rappresenta infatti la realizzazione di un sogno, di un desiderio di felicità, quello di raccontare delle storie con il gusto dell’animazione riuscendo ad incantare ed ammaliare il pubblico.
Nel decennio precedente all’uscita del film, siamo quindi negli anni quaranta del secolo scorso, Walt Disney si era dato alla sperimentazione senza troppo successo. Basti pensare a Fantasia, quella pellicola che,con tinte oniriche e stravaganti, proponeva un nuovo cinema, trovando però l’opposizione del pubblico, rimanendo un cartone indigesto, troppo strano per gli spettatori dell’epoca.
Anche altre produzioni, quali Pinocchio, Dumbo e Bambi sembrano raccontarci,più che di un’emozione fiabesca, la storia del fallimento dell’animazione. La Disney è ormai sul lastrico, spacciata, senza ottenere più successo al botteghino, lontana, quindi, dal clamore dei primi anni.
Ma Walt Disney non si dà per vinto e si rimbocca le maniche. All’inizio degli anni cinquanta l’uscita di Cenerentola riuscì a donare di nuovo credibilità e fiducia all’animatore e alla sua casa di produzione. Si tratta del primo lungometraggio dopo otto anni, anni passati tra cortometraggi,film-collage e miserabili insuccessi.
Non solo la pellicola riporta in auge la Disney, ma ne diventa un vero e proprio emblema. Il castello rappresentato nel cartone, che prende ispirazione dal castello di Neustwanstein in Baviera, è il simbolo d’eccellenza della casa di produzione e apre il sipario prima di ogni film stagliandosi su di un immancabile sfondo blu. Inoltre, questa afferma definitivamente il concetto di Classico Disney, stabilendo i criteri di inclusione per come li conosciamo ad oggi. Il film può vantare la dodicesima posizione all’interno della prestigiosa lista, al primo posto, invece, troviamo la storia di Biancaneve e i sette nani.

Ma le cose in comune con la sorella maggiore non sono finite qui. Cenerentola, come Biancaneve, nasce dalla scommessa che la Disney fa puntando sulle fiabe europee, indovinando ache questa volta il cavallo vincente. Infatti, la storia alla quale la Disney si ispira, è figlia del francese Charles Perrault. Inoltre, come era già accaduto per per Biancaneve, anche per Cenerentola i modelli femminili vengono realizzati usando la tecnica del “live action footage“. Negli studi Disney le scene vengono ricreate come dei veri e propri set dove gli interpreti recitano davanti agli animatori, i quali possono prendere ispirazione dalle loro pose ed espressioni per la realizzazione dei personaggi.
La storia di Cenerentola la conosciamo tutti, a meno che qualcuno di noi non sia già nato adulto.
È il racconto delle vicende della povera e sfortunata Cenerentola, orfana di madre prima e di padre poi, che si ritrova prigioniera in casa, sotto le grinfie della perfida matrigna Lady Tremaine. Questa, invidiosa della bellezza di Cenerentola, più bella delle sue due figlie Anastasia e Genoveffa, farà di tutto per renderle la vita impossibile, riducendola in schiavitù e facendola lavorare come serva.
Ciò non impedisce alla ragazza di crescere gentile e garbata, graziosa, buona d’animo e con la speranza di poter, un giorno, essere finalmente libera e felice.
L’occasione arriva con il ballo organizzato dal re, preoccupato per il figlio che non vuole prendere moglie. Tutte le donzelle in età da marito sono invitate, tutte, nessuna esclusa. Anche Cenerentola, quindi, potrà partecipare ma la matrigna farà di tutto per impedirlo. Grazie all’aiuto dei suoi amici topini, della fata Smemorina e degli altri animali che da sempre le hanno fatto compagnia, condendo il tutto con un pizzico di bidibi boodibi bu, la ragazza riuscirà non solo a prendere parte al ballo ma a realizzare il suo sogno, il suo desiderio di felicità.

La storia di Cenerentola, vuoi per la sua aria vagamente onirica, vuoi per la volontà di narrare un desiderio comune, quello del raggiungimento della felicità, fu un successo al botteghino, divenendo il film con il maggiore incasso nell’anno 1950.
Anche la critica lo accolse bene, sebbene giudicandolo di qualità inferiore rispetto ad altre pellicole disneyane, in particolare rispetto alle prime cinque del periodo d’oro. Tuttavia, bisogna anche riconoscere la bravura di Walt Disney che,nonostante non fosse più avvezzo a questo tipo di rappresentazione e fosse ormai dedito ed influenzato da altri stili, in un periodo di totale crisi per la casa di produzione, è riuscito a regalarci una pellicola meravigliosa, capace ancora oggi di incantare grandi e piccini.
Il film presenta ben due seguiti, Cenerentola II – Quando i sogni diventano realtà e Cenerentola – Il gioco del destino, rispettivamente del 2002 e del 2007. Nel 2015, inoltre, ne è stato realizzato un remake mentre nel 2018 viene scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, dimostrazione di come, ancora una volta, la Disney ha saputo stregarci con i suoi bellissimi film, classici senza tempo.