“Attenti a quelli che cercano continuamente la folla, da soli non sono nessuno”. La frase del celebre poeta Charles Bukowski riassume il significato del film C’era un cinese in coma, una pregevole commedia all’italiana del 2000 diretta da Carlo Verdone.

L’ incipit del film in questione somiglia a quello de I vitelloni, autentico capolavoro del regista premio Oscar Federico Fellini. All’inizio di entrambe le opere un inutile e triste concorso di bellezza viene letteralmente spazzato via da un forte temporale che restituisce dignità al palco turpemente calcato da ragazze che ambiscono ad arrivare al successo servendosi della cosiddetta “scorciatoia”.

C'era un cinese in coma è una commedia agrodolce scritta e diretta da Carlo Verdone, che la interpreta assieme a Beppe Fiorello.
Carlo Verdone e Beppe Fiorello in una scena del film

C’era un cinese in coma vede come protagonista Ercole Preziosi (Verdone), un Talent scout dello spettacolo di bassa caratura. Per sbarcare il lunario, è costretto suo malgrado a presenziare a serate squallide e mediocri. Il rapporto con la moglie Eva (Marit Nissen) e la figlia Maruska (Anna Safroncik), vacilla a causa della sua scarsa presenza in famiglia, tanto che le due donne spesso parlano in russo con l’intento di escluderlo.

L’unico punto di riferimento di Ercole è il comico Rudy Sciacca (Lucio Caizzi), vera e propria punta di diamante dell’agenzia gestita da Ercole. Un giorno però, alla vigilia di uno spettacolo, Rudy ha un grave incidente stradale, di conseguenza sul palco è costretto a salirvi Nicola (Beppe Fiorello), l’autista di Ercole con velleità artistiche. Lo spettacolo inaspettatamente si rivela un successone e Nicola in poco tempo diventa una vera e propria celebrità sdoganando la cosiddetta sexy comicità.

Carlo Verdone, coadiuvato in fase di sceneggiatura dai fidi Giovanni Veronesi e Pasquale Plastino, mette alla berlina lo show business. Realizza, infatti, un’opera agrodolce che racconta la difficoltà dell’essere un comico. Quest’ultimo deve essere bravo ad azzeccare i tempi comici, a non scadere nella facile retorica, e soprattutto deve avere l’intelligenza di saper gestire il successo.

Il regista di Compagni di scuola e Maledetto il giorno che ti ho incontrato, infrange la quarta parete per comunicare allo spettatore che è sufficiente una barzelletta raccontata male per far finire un artista nel dimenticatoio. Verdone incarna, con la consueta maestria, il classico borghese piccolo piccolo. Un individuo che ha l’amante e allo stesso tempo cerca di ingraziarsi l’amore e l’affetto della moglie e della figlia. Fiorello dal canto suo è sublime nell’interpretare un ragazzo ambizioso a cui capiterà l’occasione della vita.

C’era un cinese in coma ha anche il grande merito di riflettere sull’evoluzione della commedia all’italiana. Quest’ultima, nel corso degli anni, si è logicamente adeguata al continuo mutamento della società, divenendo in taluni casi trash e superficiale. Verdone inoltre riecheggia persino Io la conoscevo bene, capolavoro indiscusso del regista Antonio Pietrangeli.

C'era un cinese in coma è una commedia agrodolce scritta e diretta da Carlo Verdone, che la interpreta assieme a Beppe Fiorello.
Beppe Fiorello, il comico Nicola Renda in C’era un cinese in coma (2000)

Allo stesso tempo il regista romano svela i retroscena più reconditi di un mondo effimero ed illusorio. Un mondo in cui spesso non trovano spazio le persone semplici e genuine. Verdone dice loro di non prendersela più di tanto. Come asseriva il compianto filosofo romano Lucio Anneo Seneca: “Tutte le cose umane sono effimere, deperibili e occupano una parte trascurabile dell’eternità.”

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