“Chi combatte con i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro. E se guarderai a lungo nell’abisso, l’abisso guarderà dentro di te.”
Questo aforisma del noto filosofo tedesco Friedrich Wilhelm Nietzsche è molto pertinente con il significato de I mostri, un vero e proprio capolavoro del cinema italiano diretto dal maestro Dino Risi.
Egli riesce con la suddetta opera a mettere alla berlina i difetti e le ingiustizie dell’Italia dei primi anni sessanta; il regista di Profumo di donna e Il sorpasso si serve dello straordinario talento istrionico di Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi per offrire allo spettatore un vero e proprio campionario italico di quel periodo. Vediamo un padre che istiga il figlioletto alla delinquenza, la raccomandazione di un attore, l’adulterio, la speculazione familiare, l’ipocrisia di un sacerdote perbenista, il malaffare di un onorevole, l’alienazione provocata dalla TV e tante altre cose.
Dino Risi suddivide la pellicola in venti episodi che non risparmiano niente e nessuno. Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi sono sublimi nel cambiare continuamente registro alternando con notevole versatilità personaggi drammatici e cinici ad altri comici e financo grotteschi.
Uscito nel 1963 I mostri è stato anche selezionato tra i 100 film italiani da salvare, istituita nel 2008 all’interno della Mostra del cinema di Venezia, con la collaborazione di Cinecittà Holding e il sostegno del Ministero dei Beni Culturali. Il film ha poi avuto un illustre sequel nel 1977 dal titolo I nuovi mostri che oltre a Gassman e Tognazzi annoverava nel cast il grande Alberto Sordi.
Inoltre nel 2009 Enrico Oldoini ha diretto I mostri oggi, una sorta di terzo capitolo di una trilogia graffiante e irriverente che ha l’enorme merito di aver saputo raccontare efficacemente il cambiamento sociale ed economico avvenuto in oltre quarant’anni di storia italiana.
Vi consiglio dunque di riscoprire questo gioiellino nostrano che ci mette di fronte alla triste e cruda realtà: Siamo noi stessi i mostri!
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