“La mia comicità non è mai stata astratta, gratuita. L’ho sempre ricalcata sulla realtà del momento.” Con questo aforisma il Marchese della commedia all’italiana Alberto Sordi riassume il modus operandi che lo ha reso celebre in tutto il mondo. Questo inimitabile e indimenticato attore italiano ha attraversato indenne sessant’anni di storia italiana fotografando in maniera encomiabile i vizi e le virtù dell’italiano medio.
Tra i film più celebri interpretati da Sordi ci sono indubbiamente Un americano a Roma, Tutti a casa, La grande Guerra, Il vedovo, Il medico della mutua, Il Marchese del Grillo e tante altre pellicole che sono rimaste impresse nell’immaginario collettivo di milioni di persone. Quello che si può definire un vero e proprio “pedinatore di italiani” è riuscito grazie al suo immenso talento a far amare al pubblico personaggi spesso meschini, arroganti, cinici e qualunquisti. Nel corso della sua lungimirante carriera ha lavorato con registi considerati dei veri e propri maestri del cinema italiano come Dino Risi, Mario Monicelli, Ettore Scola e tanti altri. Con loro Sordi ha dato vita alle sue interpretazioni più memorabili che sono riuscite a mettere d’accordo sia la critica che il pubblico.
Come regista non sempre è stato apprezzato allo stesso modo anche se ha realizzato autentici gioiellini come Fumo di Londra, il suo esordio alla regia, Polvere di stelle (da brividi l’accoppiata Sordi – Vitti) e In viaggio con papà, la pellicola che sancì l’incontro artistico tra Sordi e Carlo Verdone.
I primi successi Alberto Sordi li ottenne alla radio dove portò alcuni suoi personaggi satirici; il compianto Vittorio De Sica fu colpito positivamente da una di queste esilaranti caratterizzazioni, tanto che permise a Sordi, il quale fino a quel momento aveva fatto solo delle semplici comparsate, di esordire nel mondo del cinema da protagonista assoluto nel 1951 con il film Mamma mia, che impressione!
Successivamente grazie alla forte amicizia che aveva instaurato col regista premio Oscar Federico Fellini, l’Albertone nazionale collaborò con lui nei film Lo sceicco bianco e I vitelloni, capolavoro intramontabile del nostro cinema; indimenticabile la sequenza in cui il fannullone Alberto (Alberto Sordi) fa il gesto dell’ombrello a dei lavoratori che successivamente inveiranno contro di lui. Fu proprio quest’opera a lanciare definitivamente Alberto Sordi nel firmamento cinematografico.
Nell’ambiente dello spettacolo si vociferava che fosse avaro, ma dopo tante testimonianze possiamo oggi asserire con certezza che si trattava di menzogne. Semplicemente Alberto Sordi non amava ostentare la propria ricchezza e proprio per questo motivo rifiutò anche di fare la pubblicità che avrebbe potuto fruttargli molto denaro. Diceva che non voleva deludere il suo amato pubblico che gli aveva permesso di fare con successo il lavoro che aveva sempre sognato.
Un’altra questione che aleggia da sempre sul conto di Sordi è quella del mancato matrimonio da parte dell’attore romano, il quale amava ripetere che si era sposato indissolubilmente con gli spettatori che lo amavano. Riteneva che qualora si fosse sposato sarebbe stato sia un cattivo marito che un pessimo attore.
Alcuni continuano a sostenere che Carlo Verdone sarebbe l’erede naturale di Sordi, ma in realtà la comicità del regista di Borotalco e Compagni di scuola risulta essere maggiormente bonaria ed indulgente rispetto a quella al vetriolo perpetuata da Sordi. Quest’ultimo inoltre, a differenza di Verdone, ha interpretato l’italiano medio durante il cosiddetto boom economico, un periodo in cui regnava la voglia di rivalsa. Verdone invece è nato artisticamente negli anni ’80, un momento storico in cui vigevano la spensieratezza e la solidità economica.
Un’altra peculiarità di Alberto Sordi era quella di rappresentare Roma e i romani in modo esemplare; egli infatti si è calato spesso nei panni di uomini indolenti, caciaroni e generosi, aggettivi che si confanno perfettamente agli individui che popolano la Città Eterna. Di essa il nostro amato Albertone disse: “Roma non è una città come le altre. È un grande museo, un salotto da attraversare in punta di piedi.” Ne Il Marchese del Grillo Sordi riuscirà addirittura ad incarnare l’essenza stessa della nostra Capitale, d’altronde lui era lui…
In occasione del suo centenario non possiamo dunque non rendere omaggio ad un artista unico ed impareggiabile che si è prodigato nel far divertire, riflettere e commuovere intere generazioni di italiani. Ancora oggi le sue battute sono conosciute a memoria da persone di tutte le età, segno evidente che Alberto Sordi non verrà mai dimenticato.
Mi congedo con le seguenti parole di questo mostro sacro, parole di cui dovremmo tutti fare tesoro: “La nostra realtà è tragica solo per un quarto: il resto è comico. Si può ridere su quasi tutto.” Quindi non dimentichiamoci di ridere perché altrimenti Alberto da lassù ce mannerà tutti a quer paese!
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