Paolo Virzì, degno erede dei grandi maestri della gloriosa Commedia all’italiana, dopo aver raccontato l’eterno scontro tra Destra e Sinistra, la vita degli operai, il disagio esistenziale e perfino Napoleone decide di portare sul grande schermo Tutti i santi giorni, un film del 2012 che narra le vicissitudini di Guido (Luca Marinelli) e Antonia (Thony), una coppia di innamorati che desidera ardentemente avere un figlio.
Il regista di Tutta la vita davanti realizza una fiaba metropolitana in cui i protagonisti si muovono tra le macerie di una società frenetica e qualunquista che fatica ad includere individui come Guido e Antonia. Il primo è un trentenne atipico e vetusto, appassionato di letteratura e storia antica che lavora come portiere di notte. Antonia è, invece, una risoluta ragazza di origini siciliane che lavora in un autonoleggio e che, contemporaneamente, coltiva il sogno di diventare una cantante. Entrambi hanno dovuto rinunciare alle proprie ambizioni per poter sbarcare il lunario e andare ad abitare insieme in affitto.
Tutti i santi giorni la si può definire come un’opera pirandelliana che strizza l’occhio a Fellini. Paolo Virzì infatti impreziosisce la pellicola con notevoli voli pindarici che riecheggiano il cinema dell’acclamato cineasta riminese. Il regista livornese inoltre non rinuncia a quell’ironia sagace e pungente che funge da corazza per affrontare i problemi quotidiani. Citando l’indimenticata attrice statunitense Katharine Hepburn, qualunque cosa accada non dobbiamo dimenticarci di ridere.
Luca Marinelli dimostra di essere uno degli attori più bravi della sua generazione. Il suo Guido è un individuo candido e gentile, vagamente naïf, che trova in Antonia la sua ragione di vita. Thony dal canto suo, alla sua prima esperienza cinematografica, interpreta in modo ineccepibile una donna che cela le sue fragilità dietro uno scudo fatto di aggressività e di musica.
Ispirato liberamente al romanzo La generazione di Simone Lenzi e sceneggiato dallo stesso con Virzì e Francesco Bruni, Tutti i santi giorni affronta in chiave comica il delicato e complesso tema dell’ inseminazione artificiale. I due protagonisti si ritroveranno, loro malgrado, al cospetto di un autentico girone dantesco nel quale incontreranno medici grotteschi e affabulatori.
Virzì pesca a piene mani da autentici capolavori della Settima Arte come Il laureato e A piedi nudi nel parco. Mostra allo spettatore che esiste la cosiddetta “mezza mela” menzionata nel celebre Simposio. Platone infatti racconta che in origine l’uomo era un essere perfetto che non aveva bisogno di nessun altro per essere felice, fino a quando l’ira furente degli Dei provocò una scissione dell’essere umano che da quel momento in poi è alla costante e spasmodica ricerca della sua metà ideale.
Antonia e Guido sono fatti l’uno per l’altro e sono uniti da un amore viscerale e assoluto che, qualunque cosa accada, merita di essere difeso, appunto, tutti i santi giorni.
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