“Aspettare è doloroso. Dimenticare è doloroso. Ma non sapere quale decisione prendere è la peggiore delle sofferenze”. Queste parole di Paulo Coelho sono fortemente pertinenti col significato di Habemus Papam.
Il lungometraggio diretto da Nanni Moretti vede come protagonista un pontefice neoeletto che al momento della pubblica proclamazione ha un forte attacco di panico a cui seguiranno molteplici dubbi esistenziali e persino mistici. Una situazione che gli farà procrastinare la decisione di accettare o meno il verdetto del conclave.
Per curare questo vero e proprio stato depressivo il collegio cardinalizio convoca presso la Santa sede il professor Brezzi (Moretti), un rinominato psicoanalista. Quest’ultimo però, dopo avere constatato di avere serie difficoltà a curare un personaggio di tale portata, decide di indirizzare il Santo Padre presso la sua ex moglie (Margherita Buy), anch’essa psicoanalista, la quale gli diagnosticherà il cosiddetto “deficit di accudimento”.
Il regista di Palombella rossa e Il caimano realizza un’ opera audace e provocatoria che sostanzialmente parla delle debolezze umane. Il cardinale Melville (Michel Piccoli), subito dopo essere stato eletto, viene letteralmente soggiogato dalla paura di non essere all’altezza di ricoprire tale ruolo. Tuttavia, nel corso della vicenda si scoprirà che questo disagio che lo affligge nasce da un trauma avuto nella giovinezza che si sta manifestando solo adesso. D’altronde, come ha asserito la celebre autrice Emanuela Breda: “Le nostre paure sono come mine che esplodono non appena qualcuno vi appoggia un piede sopra.”
Moretti servendosi della sua proverbiale ironia stigmatizza i dogmi religiosi ridicolizzando la vita condotta dai vescovi all’interno delle mura vaticane. Esilarante a tal proposito risulta essere la sequenza in cui il professor Brezzi coinvolge i cardinali in un torneo di pallavolo. Presentato in concorso al 64° Festival di Cannes, Habemus Papam ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui sette Nastri d’argento e tre David di Donatello (tra cui quello al miglior attore protagonista).
Michel Piccoli lavora di sottrazione riuscendo mirabilmente ad interpretare un uomo in profonda crisi esistenziale mentre Nanni Moretti incarna con lucida ironia un autentico luminare della psicanalisi.
Da menzionare inoltre la sempreverde Margherita Buy nei panni di un’analista che riuscirà a comprendere il trauma di Melville. Esso nel corso della vicenda incontrerà casualmente una compagnia teatrale che sta per mettere in scena Il Gabbiano di Anton Čechov. In questa storia il drammaturgo russo affronta temi correlati alla condizione del protagonista del film quali l’ineluttabilità del fallimento e la fragilità dell’essere umano.
Nanni Moretti, coadiuvato in fase di sceneggiatura da Francesco Piccolo e Federica Pontremoli, accosta con sagacia il teatro alla chiesa constatando che, spesso, in entrambi gli individui presenti, danno vita ad una lunga e interminabile messa in scena.
Lascia un commento