Pietra miliare dell’evoluzione del Neorealismo, come venne spesso chiamata questa commedia del 1951 diretta da Mario Monicelli e Steno. Guardie e ladri, opera che fa parte della lista dei 100 film italiani da salvare, è un classico del nostro cinema interpretato da due maschere della comicità e del dramma come Totò e Aldo Fabrizi.
La trama di Guardie e ladri – “Guardie e ladri aveva già in sé gli elementi della commedia all’italiana” (Mario Monicelli)
Il ladruncolo Ferdinando Esposito (Totò), dopo aver truffato un turista americano si ritrova alle calcagna il poliziotto Lorenzo Bottoni (Fabrizi). Dopo una fuga infinita per mezza Roma, l’agente riesce per un attimo ad acciuffarlo ma il ladro subito scappa.
Tornato in caserma il suo superiore, anche a causa delle proteste del ricco americano, riferisce a Bottoni che se quest’ultimo non riuscirà ad arrestare il ladro entro tre mesi verrà processato. Senza dire niente alla moglie e ai figli, Bottoni si mette sulle tracce di Esposito. Per facilitare un loro incontro, diventa amico della famiglia Esposito, verso la quale inizia a nutrire un certo trasporto.
Il momento fatidico avviene alla fine, quando le due famiglie si riuniscono per pranzo. Finalmente Ferdinando capisce che il signor Bottoni è in realtà la guardia che tanto lo cercava. Non potendo più scappare si arrende al poliziotto il quale però, ormai affezionatosi a lui, non lo tratterà più come un malfattore ma come un essere umano che si arrangia per mandare avanti la famiglia.
Quello che non andò giù alla censura del tempo, capitanata dal fascista Annibale Scicluna Sorge, era per l’appunto il fatto che ladro e poliziotto erano stati messi allo stesso livello. Sebbene con ruoli sociali diversi, Guardie e ladri descrive due esseri umani molto simili. Entrambi sono padri di famiglia con una moglie, due figli a carico e un lavoro che, diciamola tutta, non aggrada a nessuno dei due. Ma per sopravvivere si fa questo ed altro.
Forse per lo stesso motivo il film, distribuito in tutto il mondo, fu vietato ai minori di 16 anni in Finlandia e Argentina. Ai minori di 12 nella Germania Ovest. Quando una commedia riesce a smuovere gli apparati statali si trasforma in satira e poi in dramma sociale.
Infatti, tra una battuta e l’altra e gag indimenticabili, Guardie e ladri ha ancora in sé il messaggio neorealista che vuole descrivere la parte meno agiata della società. Nei quartieri al confine della capitale vive Esposito e la sua famiglia. Ma il resto di Roma non è rappresentato in maniera migliore. Del resto la guerra è finita da soli sei anni, e il periodo della ricostruzione è davvero lungo.
Grandi interpreti in una pellicola unica e senza tempo. Oltre alla coppia Totò/Fabrizi, anche la grande Ave Ninchi, Carlo Delle Piane, Ernesto Almirante e Pina Piovani. Guardie e ladri colpisce anche la società di oggi che; costantemente messa a dura prova. Fabrizi è già un attore storico del Neorealismo, con opere che sono la base di questa corrente artistica: Roma Città Aperta. Tuttavia Monicelli e Steno puntano più sull’attore napoletano. I due registi fanno di Totò non più una semplice maschera del teatro di rivista, ma la maschera umana della povertà e dell’italiano che sa arrangiarsi ma sa anche tirarsi indietro.
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