Nel film del 2004 L’amore è eterno finché dura, Carlo Verdone continua a servirsi della sua proverbiale comicità malinconica per raccontare una storia che possiede come tema principale il sentimento che da sempre muove il mondo: l’Amore.

Il regista di Un sacco bello e Compagni di scuola non si dimentica di omaggiare i miti della sua giovinezza come Joe Cocker e i Cream. Egli racconta le vicissitudini di una famiglia borghese all’apparenza felice e serena che cela profondi disagi. Gilberto Mercuri (Verdone) è un rinomato ottico di mezza età sposato con Tiziana (Laura Morante), una famosa psicologa. I due hanno una figlia adolescente di nome Marta (Lucia Ceracchi), la quale è afflitta suo malgrado da un profondo disagio esistenziale.
Verdone strizza l’occhio al Sam Mendes di American Beauty per mettere alla berlina il finto perbenismo borghese. Il regista romano mostra allo spettatore che l’uomo è un essere irrazionale che non può rimanere a lungo assoggettato alle convenzioni sociali. Carlo Verdone, vincitore del Globo d’Oro come miglior attore protagonista, è sublime nell’incarnare il classico uomo che, arrivato a cinquant’anni, inizia a guardarsi intorno mettendosi di nuovo in discussione.
La stessa Morante, vincitrice del Nastro d’Argento, è ineccepibile nel calarsi nei panni di una donna apparentemente sicura di se stessa che in realtà nasconde nevrosi e instabilità. Stefania Rocca dal canto suo è irresistibile nell’interpretare una giovane donna libera e istintiva che vive la vita giorno per giorno. Il sempreverde Antonio Catania è azzeccato nel ruolo di un individuo pavido e superficiale che non riesce a prendersi le proprie responsabilità. Completano il cast attori di talento come Rodolfo Corsato nei panni del miglior amico di Gilberto ed Elisabetta Rocchetti nella parte di un’avvenente ragazza sui generis.
Verdone, affiancato nella scrittura da Francesca Marciano e Pasquale Plastino, riesce mirabilmente a unire la commedia e il dramma, offrendo allo spettatore un fedele ritratto della società odierna. “L’ amore è eterno finché dura” esalta le fragilità umane e invita a mostrarle; pertinente a tal proposito risulta essere il seguente aforisma del celebre scrittore Alessandro D’Avenia: “L’arte da imparare in questa vita non è quella di essere invincibili e perfetti, ma quella di saper essere come si è, invincibilmente fragili e imperfetti”.
Verdone non condanna i personaggi della storia ma li redime in quanto, pur commettendo degli errori, ognuno di loro sta combattendo una battaglia personale che merita rispetto e indulgenza. L’amore è eterno finché dura inoltre mostra allo spettatore che spesso ciò che cerchiamo è a nostra portata di mano e neanche ce ne rendiamo conto.

Mi congedo con le seguenti parole pronunciate durante il film da una delle protagoniste; parole che riassumono il significato intrinseco di questo gioiellino verdoniano da vedere e rivedere: “Due istrici hanno freddo e allora si avvicinano per scaldarsi, però si fanno male con gli aculei e allora si riallontanano. È un po’ come l’amore: né troppo vicini e né troppo lontani… “
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