She's Gotta Have It (1986)

She’s Gotta Have It – L’esordio in bianco e nero di Spike Lee

She’s Gotta Have It è il film d’esordio di Spike Lee, da lui diretto, scritto, prodotto e interpretato nel 1986. Il film racconta la storia di Nola Darling, e del suo rapporto con i tre uomini protagonisti, vincendo il Prix de la Jeunesse per la Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes.

Tracy Camilla Johns è Nola Darling, una giovane artista afroamericana di Brooklyn che si frequenta contemporaneamente con tre uomini differenti: il dolce e ben educato Jamie; il narciso modello Greed; e l’immaturo ma simpatico Mars, interpretato dallo stesso Spike Lee.

La relazione tra i quattro si basa sull’attrazione di Nola per il meglio di ognuno dei suoi partner e sulla loro paura di perderla. Per questo, nessuno di loro sembra intenzionato a imporle una scelta. Nola rappresenta quella donna indipendente, determinata e decisa nel perseguire il proprio piacere senza dover subire il peso di sovrastrutture sociali moraleggianti.

Tracy Camilla Johns in She's Gotta Have It di Spike Lee
Tracy Camilla Johns è Nola Darling

Attraverso flashback introdotti dalle dichiarazioni dei protagonisti -come se stessero affrontando un’intervista- She’s Gotta Have It introduce lentamente lo spettatore nelle dinamiche di questo particolare quadrilatero amoroso. Gli uomini di Nola si presentano uno dopo l’altro, mettendo in mostra i loro pregi e i difetti della loro compagna. Nel frattempo, sullo schermo passano momenti della loro vita con questa ragazza così preziosa da accettare -non senza difficoltà e resistenze- il fatto di doverla condividere con altri uomini.

I loro distinti rapporti procedono separatamente fino a quando Nola decide di riunire tutti per il Ringraziamento. Messi l’uno di fronte all’altro, i tre litigano, bisticciano e si sminuiscono a vicenda per cercare di ottenere l’esclusività di Nola.

I tre uomini di She’s Gotta Have It rappresentano tre diversi atteggiamenti sia nella vita che nelle relazioni amorose: Jamie è affettuoso, dolce e alla ricerca di una relazione stabile e duratura, che possa concludersi anche con un matrimonio; Greed è vanesio, ossessionato dall’apparenza fisica e dagli status symbol, ma allo stesso tempo un grande amatore; Mars è il tipico ragazzo dolce, simpaticissimo, capace di far precipitare un sorriso sul volto di Nola in qualsiasi momento, ma allo stesso tempo è immaturo, irresponsabile e infantile.

Ai tre si contrappone Nola, che è, dal canto suo, una donna forte, seria ma non seriosa, divertente, leggera e, soprattutto, ammirata per le sue capacità sotto le lenzuola. Nola è una donna che vuole avere il controllo della propria vita sessuale e sentimentale, senza dover accettare compromessi di sorta.

Spike Lee è Mars in She's Gotta Have It (1986)

She’s Gotta Have It è un commedia divertente, costruita in maniera intelligente. Spike Lee, per questo suo primo film, ha optato per un bianco e nero di grande impatto, dando così all’immagine un ruolo di subordinazione alla narrazione. Questo non significa che la pellicola manchi di scene visivamente significative, che anzi, proprio grazie al bianco e nero, guadagnano una maggiore valenza espressiva.

Una sola scena del film è a colori, ed è la meno riuscita dal punto di vista visivo, seppur restituisca pienamente tutta la gioia e la leggerezza alla quale è votata.

In conclusione, è necessario parlare di una delle scene finali del film, dato che anche lo stesso regista ha voluto affrontare l’argomento durante la presentazione della serie Netflix omonima da lui prodotta. Si tratta quindi di uno spoiler, e se proseguite è a vostro rischio e pericolo!

Negli ultimi minuti di She’s Gotta Have It Nola, dopo che Jamie le aveva dato un ultimatum, lo richiamo chiedendogli di correre da lei per un’emergenza. L’emergenza è che lei ha deciso di scegliere lui. Jamie, infastidito dal comportamento di Nola, la stupra. La scena è di forte impatto emotivo, ma si sente che manca di serie conseguenze nella storia. Lo stesso Spike Lee, a distanza di anni, ne è consapevole e si dichiara pentito da come abbia girato quella scena: “Ero immaturo e odio di non aver visto lo stupro per l’atto vile che è.”


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